“Chiamami Giulietta” di Vichi De Marchi, edito da Feltrinelli UP, è un libro delicato e pieno di emozioni, in cui si narra una Italia che abbiamo dimenticato e che sarebbe invece meglio ricordare per capire quali vantaggi e benefici abbiamo oggi nelle nostre vite.
Le storie delle ragazze di famiglia povere che a 12 anni andavano a servizio come domestiche nelle famiglie benestanti, è un passato che oggi ci sembra impossibile ma invece era molto ricorrente.
Queste ragazze diventavano una ricchezza per la loro famiglia, perché il loro salario anche se piccolo, contribuiva ad aiutare le famiglie d’origini.
In questa storia che si svolge in montagna nella provincia di Belluno, si intreccia la vita di Maria con il futuro segnato dalla povertà della sua famiglia di contadini che la portano a lasciare la scuola e ad andare a servizio prima a Roma poi a Milano.
Ma in questa storia vi sono altri aspetti: il rapporto con i pari che non muta nel tempo e che lega Maria alla sua amica di infanzia Cristina, compaesana che riesce a continuare la scuola e che le dà coraggio, coinvolgendola anche nella lotta partigiana quando ormai Maria era tornata al suo paese di origine perché era diventata indispensabile, considerato l’allontanamento dei suoi fratelli, e le sue amiche di città, Irene e Ilaria, che l’hanno molto aiutata nel suo breve soggiorno romano.
In parallelo la storia della sua famiglia: suo fratello Vittorio che con la moglie preferisce emigrare in America, e l’altro suo fratello Nino che andrà in guerra senza più tornare, la sua sorellina, Rosa per cui Maria si impegna a non far lasciare la scuola, i suoi genitori segnati dal dolore e i tedeschi che con le loro violenze uccidono la sua mamma.
Ma su tutte queste figure prevale Gabriele, un ragazzo a cui Maria è legata da una amicizia particolare sin dall’infanzia. Né l’indigenza, né la guerra li separeranno insieme costruiranno un loro vita, in cui il coraggio la determinazione e la dignità non li abbandoneranno mai.
Con la sua voglia non soddisfatta di studio e conoscenza, Maria ha sempre continuato a sognare e a leggere non a caso le piace la figura di Giulietta, grande protagonista della letteratura e a questo nome resterà legata usandolo nella lotta partigiana come nome di battaglia e quando diventerà madre di una bambina, a guerra ormai finita, le darà questo nome.
Questo romanzo, anche se inventato, si basa su episodi veri e ascoltati dall’autrice Vichi De Marchi che con questo volume contribuisce a ricordare con una prosa lieve e delicata come il destino di sottomissione per le ragazze indigenti di un tempo fosse inesorabile.