Sulla Pubblica Amministrazione italiana, causa di mille mali, si scrive e si discute da decenni. Per questo è difficile essere originali, raccontare storie positive che arrivano da dentro il corpaccione dela burocrazia. L’opinione generale è che il Paese ha dentro di sé una malattia inguaribile. Veniamo al punto.
Giorni fa ENEA ha comunicato che sui temi della qualità urbana, del contrasto ai cambiamenti climatici, delle buone pratiche, ci sono strutture pubbliche che si impegnano per fare cose egregie. Si, la macchina statale è quella che è, ma qualcosa sta accadendo in tema di sostenibilità. Abbiamo sentito, allora, il dovere di scriverne.
ENEA ha preparato linee guida, documenti tecnici, strumenti operativi e rassegne metodologiche per un totale di oltre 100 prodotti e servizi a disposizione delle pubbliche amministrazioni. Per favorire lo sviluppo di questo lavoro sono stati organizzati 170 eventi, poco riportati dai media, cui hanno aderito migliaia di rappresentanti delle istituzioni. È stato strutturato un progetto ad hoc, “Energia e Sostenibilità per la PA” che, tra l’altro, ha vinto il “Premio Impatto 2024” al Salone dell’Innovazione Sociale.
La Pubblica Amministrazione italiana è salita sul treno della rivoluzione verde ? Sta prendendo a modello altri Paesi europei ? Non è detto. E proprio perchè le dimostrazioni di serietà da parte di chi governa la PA sono ancora da venire, all’ENEA sono prudenti. Negli uffici pubblici deve aumentare la formazione in settori come la sostenibilità, la circolarità, l’adattamento al cambiamento climatico, le energie rinnovabili, l’ efficienza energetica. Bisogna recuperare anni durante i quali l’industria, il commercio, le esportazioni progredivano verso l’economia verde. ENEA ha comunicato come esempi in progress la creazione del Catasto Energetico Unico in Sicilia e il programma PELL (Public Energy Living Lab) a Livorno per la gestione del traffico e del monitoraggio ambientale. In questo secondo caso il Comune ha avuto risparmi energetici fino al 70% e 1.400 tonnellate di CO2 in meno in un anno. Sono due casi di buona amministrazione che vanno estesi ad altre realtà.
“I progetti territoriali integrati per lo sviluppo economico sostenibile hanno dato un valido contributo alla promozione di nuove filiere produttive legate ai principi dell’economia circolare, attraverso il rafforzamento delle competenze locali”, scrive ENEA. La capacità dello Stato di modificare le basi dell’azione amministrativa accettando e spingendo su soluzioni tecnologiche vantaggiose per i cittadini è sicuramente il nodo più intricato da sciogliere. Ma nulla resta immutato nel tempo, in particolare quando lo Stato- ovvero tutti noi- è minacciato da cambiamenti climatici, inquinamento, rischi idrogeologici e calamità infinite. Anche un elefante può correre.