Una sfida a rovescio ? Gli Usa di Donald Trump saranno l’altro nemico da battere nella lotta al cambiamento climatico ? Aspettare per vedere e nemmeno tanto. Una cosa è certa: Trump ha sempre negato che il clima sia un pericolo per l’umanità. I milioni di americani, soprattutto giovani, che hanno partecipato alle centinaia di manifestazioni per la salute del pianeta non lo hanno mai turbato. Per tutta la campagna elettorale ha rivendicato il primato degli Usa di maggiore produttore di petrolio e gas, continuando a vedere gli accordi internazionali sul clima come fumo negli occhi. Nella corsa verso la Casa Bianca ha stonato soltanto- si fa per dire!- il sostegno del miliardario Helon Mask, fautore e costruttore di auto elettriche. Le auto non inquinanti, secondo Mask, sono scritte nel futuro delle nuove generazioni e sarà interessante vedere se e come convincerà il Presidente a investire nella motorizzazione green. O Mask abbandonerà il campo.
Addio agli accordi di Parigi
Quanto gioverà agli americani la disdetta degli accordi di Parigi sul clima del 2015 come il nuovo Presidente ha annunciato ? Gli Usa non sono altro rispetto ai paesi che subiscono le conseguenze delle variazioni climatiche influenzate da economie spinte dalle energie fossili. L’idea della grande potenza mondiale immune da un mutamento epocale ha spazio solo nella propaganda dei conservatori. Certo quella propaganda ha convinto milioni di elettori, che hanno messo il clima in fondo alla classifica dei bisogni, dopo l’immigrazione, le tasse, la sanità. Ma il negazionismo sui mali del pianeta può davvero essere vincente ? Non è sufficiente un fiume che straripa, un’ondata di calore, un ghiacciaio che si scioglie, una foresta che brucia, per mettere le persone davanti a una realtà innegabile ? E il Presidente se la prenderà con il destino ?
Il dopo Biden
L’amministrazione democratica di Joe Biden e Kamala Harris ha stanziato 370 miliardi di dollari di sostegni all’industria americana per l’economia verde. Quasi metà dei quei soldi sono stati erogati sotto forma di credito d’imposta a industrie piccole e grandi. Non lo aveva fatto mai nessuno. Trump chiederà a quegli imprenditori di tornare indietro, di distruggere le nuove tecnologie acquistate ? In altra sede ho avuto modo di dire che gli Usa rischiano di restare fuori dalla nuova economia sostenibile e la vittoria dei conservatori rende più realistica questa ipotesi. C’è chi ha ricordato che durante la presidenza Biden sono state adottate più di 100 politiche di contrasto al cambiamento climatico. La risposta di Trump è stata che nonostante queste azioni nel 2023 gli Usa hanno prodotto 13 milioni di barili di petrolio al giorno, segnando un record assoluto. Messa così sembra una contraddizione, ma quel petrolio è stato esportato, venduto ai paesi che lo richiedevano, non ha sostenuto l’economia americana che sulla transizione energetica è partita in ritardo, dopo l’Europa. Ed è proprio sull’Europa e sul suo Green Deal in revisione, che a livello globale pesa la nuova responsabilità di incrementare le politiche ambientali ed energetiche, impegnandosi a ridurre il consumo di fonti fossili e le importazioni dai Paesi produttori. A partire dagli Usa di Mr. Trump.