Vladimir Putin non ha mai veramente dichiarato guerra all’Ucraina e malgrado alcuni se lo aspettassero non lo ha fatto neanche il 9 maggio in occasione della parata militare nel Giorno della Vittoria sulla Piazza Rossa.
In quell’occasione invece ha cambiato per l’ennesima volta le carte in tavola pronunciando menzogne degne di un cortile di scuola elementare e superando il concetto, evidentemente ormai desueto, di ‘operazione speciale’.
Ci si chiede a questo proposito se la Duma approverà un altro decreto per sdoganare la parola “guerra” e se coloro i quali sono stati incarcerati per averla pronunciata verranno infine rilasciati.
Si direbbe invece che Putin, in assenza di altre più credibili giustificazioni, abbia provato la necessità di dare un nome alla sua, ormai quasi paranoica, paura della NATO, sostenendo che l’occidente stava preparando una guerra contro la Russia. Da queste parti non risulta a nessuno.
Comunque oltre ad essere l’ennesima bufala di cui i russi sono specialisti (come spiega bene Marta Ottaviani nel suo libro “Brigate Russe”) questo rappresenta l’ennesimo contorsionismo che Putin ha compiuto per cercare di giustificare l’invasione dell’Ucraina. Ma niente spiega questo “eccesso di zelo”.
A ben vedere infatti dal primo giorno dell’invasione, il 24 febbraio scorso, le truppe russe non si sono limitate ad invadere o bombardare l’Ucraina come si fa nelle guerre più tradizionali nel tentativo di conquistare il paese e per esempio assumerne il governo o imporre un governo amico, ma si sono lasciate andare ad innumerevoli atti di terrore e di barbarie contro i civili assimilabili a veri e propri atti terroristici.
Il cosciente impiego da parte di Putin delle truppe cecene, notoriamente particolarmente feroci, non fa altro che confermare la volontà di compiere atti che si possono definire terroristici e non di guerra.
Le facili comunicazioni telefoniche o via internet rimaste funzionanti malgrado la guerra – con il considerevole contributo dei satelliti di Elon Musk – consentono inoltre di raccogliere quotidianamente un crescente numero di testimonianze dirette di torture, stupri e ogni altro tipo di abuso, particolarmente abietto nei confronti dei bambini, senza neanche doversi basare su reportage giornalistici e televisivi.
Molti osservatori internazionali in questi mesi hanno quindi potuto farsi un’idea “di prima mano” del particolare tipo di orrore di questa guerra, che ha portato per esempio Amnesty International, per citarne solo loro, a parlare di catastrofe umanitaria e a dichiarare, nelle parole del suo segretario generale Agnés Callamard: «le azioni della Russia non possono minimamente essere giustificate da alcuno dei motivi proposti da Mosca». Proprio perché i motivi continuano a non essere del tutto chiari e dichiarati, malgrado in Italia se ne continui a dibattere moltissimo e sicuramente molto di più che nella maggior parte dei paesi europei.
E anche perché la stessa impressione di barbarie deriva perfino dalla mancanza di cura per i militari russi caduti in guerra che in molti casi vengono abbandonati senza neanche una minima sepoltura.
Non a caso da molte parti si invoca anche il Tribunale Penale Internazionale che già indaga e potrebbe un giorno giudicare i crimini di questa guerra. E a niente serve in questo caso ricordare che le guerre fanno sempre gravi danni perché questo non giustifica in nessun modo il fatto di perpetrare altri orrori.
Così come non serve ricordare tutte le malefatte compiute dal tanto vituperato “occidente” – dove per ora ci possiamo ancora permettere di stilare queste liste senza incorrere in 15 anni di carcere – perché questo non fornisce nessuna spiegazione sulle ipotetiche e non molto chiare ragioni per aver compiuto e continuare a compiere impunemente una tale quantità di atti disumani.
Infine non è da escludere che gli stessi militari ucraini siano in grado di compiere e abbiano compiuto atti orribili, ed è sicuramente vero che gli ucraini ed in particolare il loro presidente sia molto talentuoso in materia di comunicazione, ma questo continua a non giustificare non solo l’invasione e l’aggressione ma soprattutto questo “eccesso di zelo” da parte russa che assomiglia sempre di più a terrorismo di Stato.
Questo elemento ha chiaramente delle conseguenze sul fantomatico “negoziato” di cui per ora non si registra una traccia certa, ma che potrebbe perfino portare a porre la questione che si impone in queste circostanze, se sia giusto o meno trattare con dei terroristi anche se di Stato.