Lo spoils system è una pratica utilizzata da destra e sinistra a seconda della presa di possesso del potere. Ma c’è modo e modo stile e stile. È stata sicuramente una forzatura il decreto legge che ha sminato la responsabilità dell’Inps di Pasquale Tridico, buon gestore della previdenza nel suo interregno. Non è così scandalosa la conferma di Giordano Bruno Guerri al Vittoriale vista la riconosciuta competenza “dannunziana” dello scrittore. Più criticabile la nomina di Buttafuoco alla Biennale di Venezia: saggista, polemista e quant’altro, ma non un raffinato esperto di arte né tanto meno un manager viste le scarse capacità di mediazione. Come discutibile è la promozione di Alessandro Giuli alla direzione del Maxxi, anche qui per riconosciuta assoluta inesperienza nel settore artistico. A buon diritto si dirà a destra che la precedente nomina della Melandri, targata centro-sinistra, aveva lo stesso vulnus, lo stesso difetto d’origine. Ma in questo articolo non si difende la sinistra per criticare la destra. D’assoluta attualità l’insediamento di Luca De Fusco alla direzione del Teatro di Roma.
Qui il Comune capitolino è stato latitante nel preparare un proprio candidato, in sincrono con l’evanescenza del sindaco Gualtieri. I papabili si sono giustamente eclissati per evitare di comporre una bilancia di minoranza rispetto al candidato espresso dalla destra. La situazione è in stallo con fermento dei sindacati: accuse di sessismo, mobbing e tanto altro. Il fuoco cova sotto la cenere dopo tre anni di incertezza e di virtuale commissariamento. Risultato? Il più grande teatro pubblico di Roma non ha ancora la barra dritta, semmai coltiva una direzione incerta per il futuro. Ma veniamo a casi più piccoli ma non meno rilevanti su una deriva spiacevole.
La nuova nominata alla direzione dei Musei Estensi è Alessandra Necci, figlia del discusso Lorenzo. Una che sul quotidiano “Il Messaggero” gestisce una bizzarra rubrica al femminile che contende la rivalità lobbystica ad altre firme di casa a via del Tritone come Romana Liuzzi e Marina Valensise. Tutte di centro-destra. La Necci a curriculum insedia una laurea in giurisprudenza che ben poco ha a che vedere con l’arte. Anche il critico e professore Montanari si è validamente espresso sulla mancanza di titoli della suddetta. Piuttosto clamorosa e ingiusta anche la defenestrazione di Marino Sinibaldi dalla responsabilità del Centro per la Lettura. Lo stimato giornalista, già direttore di Rai Tre, sicuramente competente di mission editoriali, è stato sostituito da tal Adriano Monti Buzzi Colella la cui maggiore rilevanza per il momento è la lunghezza del cognome. Tra le promozioni “meloniane” meno pronosticabili e validate, comunque nessuna batte la nomination di Carlo Molfetta, pugliese, amico personale della Premier (con lui gioca a burraco), che si è visto riconoscere uno stipendio vicino ai 200.000 euro annui per la direzione dei Giochi del Mediterraneo 2026. Che volete che sia la cifra quando per un evento ormai di portata regionale sono già stati stanziati 275 milioni. Competenze dirigenziali di Molfetta? Nessuna. Molfetta è stato un valente atleta del taekwondo ma nulla più. Naturalmente il suo incarico è stato sottoscritto dal Ministro dello Sport Abodi, più che mai solidale a destra e dal presidente del Coni Malagò, uomo per tutte le stagioni.
Foto di apertura: “The great presidential puzzle, political cartoon by James Albert Wales, 1880” di trialsanderrors licenza CC BY 2.0.