Il leader dell’opposizione russa Alexey Navalny è morto in prigione, ha riferito il media statale TASS il 16 febbraio.

Sicuramente non c’è dubbio che Navalny non sia morto.

Navalny è stato assassinato da Putin.

Come tanti altri che furono fastidiosi per il Cremlino: Anna Politkovskaya (uccisa a colpi di arma da fuoco nell’ascensore del condominio in cui viveva a Mosca nel 2006), Alexander Litvinenko (fu avvelenato nel bar di un hotel di Londra nel 2006 con il polonio altamente radioattivo ), Sergei Magnitsky (morto in una prigione russa nel 2009), Alexander Perepilichnyy (morto improvvisamente mentre faceva jogging vicino a casa sua nel Regno Unito nel 2012, presumibilmente avvelenato), Boris Berezovsky (è stato trovato morto sul pavimento del bagno della sua casa nel Regno Unito nel 2013) , Boris Nemtsov (morto a colpi di arma da fuoco nel 2015) e persino un ex membro della fidata cerchia ristretta di Putin, Yevgeny Prigozhin (morto in un misterioso incidente aereo nel 2023).

Il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin : “Washington e Bruxelles sono responsabili della morte di Navalny”.

“Tutti loro, i loro nomi sono ben noti: dal segretario generale della NATO e la leadership americana a Scholz, Sunak e Zelenskyj, sono gli autori della morte di Navalny.

Sono loro… che beneficiano della sua morte” – ha scritto su Telegram  ore dopo l’annuncio della morte di Navalny.

E non mi sorprenderei se il mondo adesso cominciasse a discutere di questa versione…

 

Foto di apertura di Bogomolov.PL – Opera propria, CC BY-SA 3.0, commons.wikimedia.org