Un giornale è letto se dà notizie vere, verificate, senza reticenze. Fanpage.it lo fa. Una notizia può essere piacevole o spiacevole, ma va pubblicata anche se può risultare sgradita a qualcuno. È la regola base del giornalismo anche se ultimamente è urlata molto ma poco praticata.
Il giornalismo senza ossequi implica coraggio e molto lavoro. Negli ultimi anni le vendite di quotidiani e riviste sono sprofondate, gli ascolti dei telegiornali sono crollati anche e, forse soprattutto, per la scarsa qualità del giornalismo. I giornali e i tg sono sempre più centralizzati, omologati, piegati alle diverse propagande, poco credibili. Così lettori, ascoltatori e pubblicità fuggono a valanga. Editori, direttori, redattori: la responsabilità è di tutti, anche se in misura diversa. Qualche editore punta perfino a fare i giornali senza giornalisti.
L’inchiesta di Fanpage.it su Gioventù Nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, fa della buona informazione. Il giornale online porta alla luce comportamenti inaccettabili di alcuni ragazzi di Gioventù Nazionale: dichiarazioni antisemite e razziste, inni al Duce, nostalgie per il fascismo e il nazismo. L’inchiesta di Fanpage.it informa sulla doppia verità esistente in una parte di Gioventù Nazionale: una politica per l’esterno (di destra democratica) e una declinata all’interno tra i militanti (intrisa di simboli e di valori fascisti).
È una brutta botta per Giorgia Meloni impegnata da anni a convertire Fratelli d’Italia, il suo partito post fascista, in una forza di destra pienamente democratica. Difatti la presidente del Consiglio ha attaccato i ragazzi con il cuore ancorato al Ventennio: «Penso che chi ha sentimenti razzisti, antisemiti o nostalgici semplicemente abbia sbagliato la propria casa, perché questi sentimenti sono incompatibili con Fratelli d’Italia. Non ci sono ambiguità da parte mia su questo». Non solo. Arrivano anche le sanzioni per i dirigenti di Gioventù Nazionale scivolati sull’attaccamento agli anni della dittatura di Benito Mussolini: vengono spinti alle dimissioni, sono allontanati. Però Meloni critica Fanpage.it: non ha precedenti la decisione «di infiltrarsi in una organizzazione politica». Rincara: «In altri tempi questi sono i metodi che usavano i regimi».
È un colpo al cerchio e uno alla botte: distingue i contenuti emersi dall’inchiesta giornalistica (gli “umori neri” da condannare) dal metodo (registrazione di video di nascosto da parte di cronisti non dichiaratisi). È un autogol della Meloni. L’inchiesta dà notizie vere, tutte documentate. Anzi la presidente di Fratelli d’Italia, che si è detta all’oscuro di questi atteggiamenti un tempo cari alle camicie nere, dovrebbe ringraziare i giornalisti autori dell’inchiesta. Sono loro a darne notizia. Ribadisce di aver già fatto i conti con il Ventennio ma nelle destre ex Msi fuori e dentro Fratelli d’Italia restano delle ambiguità sulla decisione di archiviare il fascismo. Non a caso Meloni ha bocciato la proposta di definire antifascista Fratelli d’Italia, idea avanzata da Gianfranco Fini, ex segretario del Msi e fondatore di An, partito che ruppe i ponti con il fascismo.
Anche i quotidiani di carta e su Internet, i tg e i giornali radio dovrebbero ringraziare i giornalisti di Fanpage.it. Il perché è semplice: i cronisti del giornale online restituiscono credibilità all’informazione. È una specie di cordiale anche per la democrazia italiana. Tuttavia per ora solo le opposizioni, in qualche caso con toni da propaganda, difendono l’inchiesta di Fanpage.it.
In alcune case esistono dei cassetti segreti nei quali sono conservati documenti importanti. Delle volte si tratta di “carte nere” messe sotto chiave da persone diverse dallo stesso proprietario della casa. Fanpage.it ha aperto un “cassetto nero” ignorato da Giorgia Meloni, come lei stessa assicura.