La comunicazione intitolata «Il Green Deal europeo»[1] costituisce la strategia adottata dall’Europa per assicurare, entro il 2050, la transizione verso un’economia climaticamente neutra, pulita e circolare, ottimizzando l’uso, il riuso e la gestione delle risorse, riducendo al minimo l’inquinamento, riconoscendo, allo stesso tempo, la necessità di politiche profondamente trasformative, e la necessità di tutelare la salute e il benessere dei cittadini dai rischi di natura ambientale e dalle relative conseguenze.
Il Green Deal europeo mira, inoltre, a garantire che tale transizione sia giusta e inclusiva e che nessuno venga lasciato indietro. L’Unione sostiene inoltre l’Accordo di Parigi[2], l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile[3] e i suoi obiettivi. La Strategia dell’Unione in materia di sostanze chimiche sostenibili[4] e il Piano d’azione verso l’inquinamento zero[5], affrontano, nello specifico, gli aspetti del Green Deal europeo, legati all’inquinamento.
La nuova strategia industriale per l’Europa sottolinea ulteriormente il ruolo potenziale delle tecnologie trasformative. Altri interventi strategici particolarmente importanti connessi alla revisione della direttiva 2010/75/UE [6] comprendono:
la Normativa europea sul clima[7]
Con il Regolamento sulla normativa europea sul clima[8] l’ambizione politica di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 diventa per l’UE un obbligo giuridico.
Con la sua adozione, l’UE e i suoi Stati membri si sono impegnati a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra nell’UE di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.
Si tratta di un obiettivo giuridicamente vincolante, basato su una valutazione d’impatto effettuata dalla Commissione.
Le principali azioni previste dal regolamento sono le seguenti:
- definire il ritmo di riduzione delle emissioni fino al 2050, per garantire prevedibilità alle imprese, ai portatori di interessi e ai cittadini;
- sviluppare un sistema, per monitorare i progressi compiuti verso il conseguimento dell’obiettivo, e riferire in merito ad essi;
- garantire una transizione verde efficiente, in termini di costi, ed equa dal punto di vista sociale.
A seguito dell’accordo provvisorio, raggiunto con il Parlamento europeo nell’aprile 2021, il Consiglio ha approvato l’accordo nel maggio 2021;
il Pacchetto «Pronti per il 55 %»
Il pacchetto “Pronti per il 55%” mira a tradurre in normativa le ambizioni del Green Deal. Il pacchetto consiste in una serie di proposte, volte a rivedere la legislazione in materia di clima, energia e trasporti e a mettere in atto nuove iniziative legislative, per allineare la legislazione dell’UE ai suoi obiettivi climatici. Il Pacchetto comprende:
- una revisione del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (EU ETS), che include la sua estensione al trasporto marittimo, e una revisione delle norme sulle emissioni del trasporto aereo, nonché l’istituzione di un sistema di scambio di quote di emissione, distinto per il trasporto stradale e per l’edilizia;
- una revisione del Regolamento sulla condivisione degli sforzi, che disciplina gli obiettivi di riduzione degli Stati membri, nei settori non compresi nell’EU ETS;
- una revisione del Regolamento LULUCF, relativo all’inclusione delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura;
- una modifica del Regolamento che stabilisce le norme sulle emissioni di CO2 di autovetture e furgoni;
- una revisione della Direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili;
- una rifusione della Direttiva sull’efficienza energetica;
- una revisione della Direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici;
- un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere;
- una revisione della Direttiva sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi;
- ReFuelEU Aviation, per carburanti sostenibili per l’aviazione;
- FuelEU Maritime, per uno spazio marittimo europeo sostenibile;
- un fondo sociale per il clima;
- una revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia;
- la riduzione delle emissioni di metano nel settore dell’energia;
- una revisione del terzo pacchetto “Energia” sul gas;
La “Strategia dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici”
Nel giugno 2021 i ministri dell’Ambiente dell’UE hanno approvato alcune conclusioni, in cui approvano la nuova strategia dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici. La strategia delinea una visione a lungo termine affinché l’UE diventi, entro il 2050, una società resiliente ai cambiamenti climatici e del tutto adeguata ai loro inevitabili impatti.
Le misure previste dalla strategia comprendono:
- una migliore raccolta e condivisione dei dati, ai fini di un migliore accesso alle conoscenze sugli impatti climatici e al loro scambio;
- soluzioni basate sulla natura, per contribuire a creare resilienza ai cambiamenti climatici e a proteggere gli ecosistemi;
- integrazione dell’adattamento nelle politiche macrofiscali
La “Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030”
La strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 mira a contribuire al recupero della biodiversità in Europa entro il 2030, che apporterebbe benefici alle persone, al clima e al pianeta.
Le azioni previste dalla strategia comprendono:
- l’estensione delle superfici terrestri e marine protette in Europa;
- il ripristino degli ecosistemi degradati, attraverso la riduzione dell’uso e della nocività dei pesticidi;
- l’aumento del finanziamento delle azioni e un migliore monitoraggio dei progressi compiuti
A ottobre 2024 è stata approvato dal Parlamento europeo, dopo un lungo processo di revisione durato 2 anni, il testo finale della nuova Direttiva sulla qualità dell’aria, che andrà a sostituire la precedente Direttiva 2008/50/CE. Una volta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, gli Stati membri avranno 2 anni di tempo per il suo recepimento, ed entrerà in vigore il 1 gennaio 2030.
La nuova Direttiva con gli standard di qualità dell’aria vincolanti, come i valori limiti e i valori obiettivo, rappresenta un importante passo nella direzione di allineare i risultati della ricerca scientifica, relativi agli effetti sulla salute, dovuti all’esposizione agli inquinanti atmosferici, contribuendo a proteggere la salute della popolazione. Infatti, è oramai conclamato che l’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute, ed è responsabile di numerosi effetti sanitari, sia cancerogeni sia non cancerogeni.
Cenni sulla politica industriale
Fino al 2030 e oltre, nell’Unione si assisterà probabilmente a un aumento significativo del numero di installazioni, di grandi dimensioni, per la produzione di batterie per veicoli elettrici, con un incremento della quota dell’Unione nella produzione mondiale di batterie. Molte delle attività nella catena del valore delle batterie sono già disciplinate dalla Direttiva 2010/75/UE[9] e le batterie sono disciplinate, in quanto prodotti, dal Regolamento (UE) 2023/1542[10].
Tuttavia, occorre includere nell’ambito di applicazione della Direttiva 2010/75/UE le installazioni di grandi dimensioni, che fabbricano batterie, per assicurare che siano anch’esse disciplinate dalle prescrizioni della Direttiva. L’inclusione delle installazioni di grandi dimensioni, che fabbricano batterie, a differenza delle installazioni che si limitano ad assemblare batterie, nell’ambito di applicazione della direttiva 2010/75/UE e successive modifiche, migliorerà in modo olistico la sostenibilità di questi prodotti e ne ridurrà al minimo l’impatto sull’ambiente, durante il loro intero ciclo di vita.
In Germania è nato il primo e, per ora, unico impiamto di riciclo delle batterie delle auto elettriche, attraverso un processo meccanico-idrometallurgico, che econsente il recupero di oltre il 96% dei materiali, e agisce con un impatto neutro sulle emissioni di CO2. L’impianto è in gradi di estrarre e riutilizzare i metalli rari come: cobalto, nichel, litio[11] dalle vecchie batterie, per riutilizzarli nelle nuove; ed è in grado di mantenere un ritmo di 50.000 batterie all’anno, utili per dotare di nuove batterie, tra le 5.000 e le 10.000 auto elettriche, all’anno.
Al fine di rafforzare ulteriormente l’accesso del pubblico alle informazioni ambientali, è necessario chiarire che le autorizzazioni per le installazioni, rilasciate a norma della direttiva 2010/75/UE, e modifiche successive, devono essere messe a disposizione del pubblico su internet, a titolo gratuito e senza limitarne l’accesso agli utenti, garantendo contemporaneamente la sicurezza delle informazioni commerciali riservate.
Il conseguimento degli obiettivi dell’Unione per un’economia pulita, circolare e climaticamente neutra, entro il 2050, richiede una profonda trasformazione della sua economia. Coerentemente con l’8° Programma d’azione per l’ambiente[12], i gestori delle installazioni, previste nella Direttiva 2024/1785/UE dovrebbero essere tenuti a includere, nei loro sistemi di gestione ambientale, piani di intervento e di trasformazione. Tali piani di trasformazione dovranno integrare, inltre, gli obblighi di comunicazione societaria sulla sostenibilità, contemplati nella Direttiva 2013/34/UE[13], fornendo uno strumento, per attuarli a livello di installazioni.
La priorità dovrebbe riguardare gli interventi nelle attività ad alta intensità energetica, elencate nell’allegato I della Direttiva. Pertanto, i gestori di installazioni ad alta intensità energetica dovrebbero elaborare piani di trasformazione, entro il 30 giugno 2030. I gestori di installazioni, che svolgono altre attività, elencate nell’allegato I, dovrebbero essere pronti a elaborare piani di trasformazione, a seguito del riesame e dell’aggiornamento delle autorizzazioni, che verranno indicate, a seguito delle decisioni sulle conclusioni sulle BAT[14], che verranno emesse dopo il 1° gennaio 2030.
Ai gestori dovrebbe essere consentito di elaborare un piano di trasformazione unico, che copra tutte le installazioni, sotto il loro controllo, in uno Stato membro. Sebbene i piani di trasformazione siano da considerarsi documenti indicativi, preparati sotto la responsabilità degli operatori, l’organismo di valutazione della conformità o il verificatore ambientale, incaricato dagli operatori, nell’ambito dei loro sistemi di gestione ambientale, dovrebbe verificare che i piani contengano le informazioni minime richieste, a norma di un Atto delegato[15], che sarà presto adottato dalla Commissione, e che gli operatori sono tenuti a rendere pubblici.
Al fine di garantire l’effettiva attuazione e applicazione degli obblighi, definiti nella Direttiva 2024/1785/UE, è necessario specificare il contenuto minimo di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive. Le disparità nei regimi sanzionatori, il fatto che le sanzioni imposte, in molti casi siano considerate troppo lievi, per avere un effetto davvero deterrente sui comportamenti illeciti, e la mancanza di uniformità, nell’attuazione tra gli Stati membri, compromettono la parità di condizioni sulle emissioni industriali, in tutta l’Unione.
Gli Stati membri dovrebbero stabilire norme relative alle sanzioni applicabili in caso di violazione delle disposizioni nazionali, adottate conformemente alla presente Direttiva, e ne dovrebbero assicurare l’applicazione. Gli Stati membri possono stabilire norme relative alle sanzioni amministrative e penali. In ogni caso, l’imposizione di sanzioni penali e amministrative non dovrebbe comportare la violazione del diritto di non essere giudicato o punito due volte per lo stesso reato (principio: ne bis in idem), secondo l’interpretazione della Corte di Giustizia europea.
INCITE- Centro Europeo di Innovazione per la Trasformazione Industriale e Emissioni
Il 21 giugno 2024, il Centro comune di ricerca (JRC) di Siviglia ha lanciato con successo INCITE, l’Innovation Centre for Industrial Transformation and Emissions, come parte della revisione della Direttiva sulle emissioni industriali. INCITE è stato creato per promuovere l’innovazione nei grandi impianti agroindustriali dell’UE[16], contribuendo agli obiettivi di raggiungimento della neutralità climatica, aumento dell’efficienza delle risorse ed economia circolare
Lo scopo di INCITE è quello di promuovere l’adozione di tecnologie innovative per raggiungere la decarbonizzazione, la decontaminazione, una maggiore efficienza delle risorse e un’economia circolare nei grandi impianti industriali. INCITE accelera l’implementazione di tecnologie industriali pulite, contribuendo, nel contempo, a rendere l’industria europea circolare e più competitiva.
Le attività industriali sono fondamentali per la ricchezza dell’Europa, ma sono anche responsabili dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo. Come parte della Direttiva sulle emissioni industriali[17], INCITE identifica e valuta tecnologie e processi all’avanguardia emergenti, impegnati nella decarbonizzazione, nella decontaminazione e nell’aumento dell’efficienza delle risorse e della circolarità, aprendo la strada a un settore industriale più resiliente e attento all’ambiente
L’obiettivo del Centro, situato all’interno dell’unità B5 (Circular Economy and Sustainable Industry) del JRC[18] è identificare e analizzare le tecnologie innovative più promettenti, per la decarbonizzazione, la de-inquinamento e l’aumento dell’efficienza delle risorse e della circolarità. Così facendo, INCITE, come strumento strategico e in stretta collaborazione con tutte le parti interessate, contribuisce notevolmente a un’industria europea più attenta all’ambiente e competitiva.
A Siviglia, i ricercatori, negli ultimi 20 anni, hanno sviluppato il ‘Metodo di Siviglia’[19] . Grazie alle evidenze scientifiche maturate negli anni il ‘Metodo di Siviglia’ ha permesso la creazione di una lista delle migliori tecniche disponibili, per ridurre l’inquinamento e il consumo di risorse da parte delle aziende, sia quelle del settore primario (agricoltura) che del secondario (industria).
I risultati maturati dal JRC di Siviglia sono pubblici e utilizzabili da tutte le aziende, perché lo scopo è quello di condividere l’innovazione, così da raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione più velocemente. Dal 2021 il centro di ricerca europeo pubblica un Rapporto[20] nel quale esamina la situazione della competitività delle aziende dell’UE, in base agli obiettivi della transizione verde. In questo contesto INCITE nasce, quindi, con l’ambizione di implementare il modello del ‘Metodo di Siviglia’ per renderlo ancor più efficiente e funzionale all’abbattimento delle emissione per le imprese.
Particolare attenzione è dedicata al mondo delle così dette imprese energivore, ovvero tutte quelle fabbriche che, per produrre i beni, hanno bisogno di molta energia. Fra queste, vi sono:le industrie cartiere e metallurgiche che, allo stato attuale, risultano molto inquinanti durante la loro produzione.
Come esempio, citiamo il progetto pionieristico sull’idrogeno per la Sicilia, in grado di dare un contributo rilevante agli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE.
Si tratta della creazione di un hub dell’idrogeno verde, da 100 MW , nel polo petrolchimico di Priolo-Augusta, in Sicilia.
Il nuovo impianto, che si sviluppa grazie agli investimenti di Società Francesi e Svizzere[21], e alle competenze tecnico scientifiche del Prof. Ing. Rosario Lanzafame, Ordinario di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente, Università degli Studi di Catania, oltre a contribuire alla creazione di una cosiddetta ‘hydrogen valley’, tra Catania e Siracusa, aiuterebbe a soddisfare la domanda di energia pulita da parte delle industrie, producendo idrogeno verde per l’industria e i trasporti locali, e che potrebbe collegarsi direttamente alla rete europea dell’idrogeno, nell’ambito dell’iniziativa European Hydrogen Backbone (EHB)[22]. Sulla base della domanda, la potenza dell’impianto, dai 100 MW iniziali, potrebbe espandersi fino a 300 MW.
La scommessa di INCITE è di trovare nuovi metodi produttivi, che possano ridurre il consumo di energia e, allo stesso tempo, risultare economicamente sostenibile per le aziende produttrici. In quest’ottica il ‘Metodo di Siviglia’ risulta fondamentale, perché permette il confronto tra scienziati e aziende, durante la fase di studio, e prima che i risultati scientifici vengano consegnati ai decisori politici per legiferare.
INCITE si pone i seguenti obiettivi:
- Tracciare un percorso con l’industria verso il disinquinamento, la decarbonizzazione e l’economia circolare durante la transizione industriale, in ottemperanza alla Direttiva IED[23];
- Promuovere l’innovazione e la ricerca;
- sostenere i pionieri, sbloccando condizioni di autorizzazione flessibili, nell’ambito dell’attuazione della direttiva IED;
- Facilitare l’accesso alle opportunità di finanziamento e l’utilizzo di investimenti verdi;
- Favorire la competitività;
- Migliorare la trasparenza e rimuovere le barriere informative per quanto riguarda le tecnologie promettenti per la trasformazione industriale.
Inoltre, INCITE, migliora la comprensione collettiva delle profonde trasformazioni, che diventano sempre più necessarie nei grandi impianti industriali IED, aumenta la trasparenza e fornisce fiducia nel fatto che l’industria adotterà azioni specifiche, al fine di raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo.
Un aspetto crucciale di INCITE è rappresentato dalla condivisione dei dati. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo delle emissioni zero[24], è necessario che tutte le imprese che utilizzano metodi alternativi di produzione, in grado di abbattere le emissioni, condividano fra loro i dati. Questo permette, sia ai ricercatori di esaminare le tecniche usate dalle imprese, sia ad altre aziende di applicare queste tecniche, per inquinare meno.
Il segreto industriale rimane comunque tutelato perché sotto la supervisione del JRC, vengono pubblicati solo i dati e i metodi funzionali, per ridurre l’inquinamento. Allo stesso tempo la condivisione delle tecniche è una vetrina per le imprese medio piccole, all’avanguardia nella riduzione dell’inquinamento, che possono farsi conoscere grazie ai risultati condivisi da INCITE sul proprio sito.[25]
Conclusioni
Il Green Deal europeo è la nuova strategia di crescita dell’Europa. Al centro c’è l’obiettivo di diventare il primo continente al mondo a impatto climatico zero, entro il 2050. Nel 2021, la neutralità climatica, entro il 2050, è stata promulgata come obiettivo giuridicamente vincolante, nella legge europea sul clima, che includeva anche l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.
Nel 2022, è stato adottato il Piano REPowerEU, per affrontare la dipendenza energetica e l’aumento dei prezzi dell’energia, in una situazione geopolitica in rapida evoluzione. Il Piano ha contribuito ad accelerare l’adozione di diverse soluzioni, ad esempio: anticipando gli obiettivi di distribuzione, per pompe di calore; energia eolica e solare; e aumentando la produzione e l’assorbimento di idrogeno verde, nelle industrie ad alta intensità energetica.
La nuova strategia industriale per l’Europa, pubblicata nel 2020 (COM (2020) 102), e il suo recente aggiornamento nel 2021 (COM(2021) 350), attribuiscono all’industria un ruolo di primo piano nell’attuazione di questa trasformazione.
Il piano industriale del Green Deal europeo (COM (2023) 62), insieme agli atti di sostegno: Net Zero Industry Act (COM(2023) 161); e Critical Raw Materials (COM(2023) 160 ), mirano a garantire la leadership dell’Europa nell’innovazione industriale e ad aumentare la produzione di tecnologie pulite.
Un principio fondamentale di queste politiche è che l’industria dell’UE può avere successo, a livello globale, solo se è competitiva e continua a innovare. Ciò è fondamentale, anche per il successo dell’ambizione dell’UE, in materia di energia e clima.
Per sostenere le industrie energevore, nel processo di diminuzione delle emissioni, la Commissione, con la collaborazione del JRC, ha promosso il Centro INCITE, per sostenere e favorire la condivisione delle migliori pratiche, tese, attraverso anche opportuni finanziamenti, a raggiungere gli obiettivi previsti per il 2050
[1]COM(2019) 640, dell’11.12.2019, final Comunicazione: Il Green Deal europeo
[2] GU L 282 del 19.10.2016, pag. 4.
[3] L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile
[4] COM(2001) 88 definitivo, del 2/02/2021, Libro Bianco, Strategia per una politica futura in materia di sostanze chimiche
[5] COM(2021) 400 final, del 12/05/2021, Comuniucazione Un percorso verso un pianeta più sano per tutti. Piano d’azione dell’’UE: “Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo”
[6] Direttiva 2010/75/UE, del 24 novembre 2010, relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento)
[7] Regolamento (UE) 2021/1119, del 30 giugno 2021, che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica
[8] Regolamento (UE) 2021/1119, del 30 giugno 2021 che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il Regolamento (CE) n. 401/2009 e il Regolamento (UE) 2018/1999 («Normativa europea sul clima») Regolamento UE 1119/2021
[9] Direttiva 2010/75/UE del 24 novembre 2010, relativa alle emissioni industriali e derivanti dall’allevamento di bestiame (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento). Modificata da: Direttiva (UE) 2024/1785 del 24 aprile 2024. Rettificata da: GU L 158 del 19.6.2012, pag. 25
[10] Regolamento (UE) 2023/1542 del 12 luglio 2023 relativo alle batterie e ai rifiuti di batterie, che modifica la Direttiva 2008/98/CE e il Regolamento (UE) 2019/1020 e abroga la Direttiva 2006/66/CE. Modificato da: Regolamento (UE) 2024/1781 del 13 giugno 2024. Rettificato da: GU L 90243 del 17.4.2024, pag. 1 e da: GU L 90493 del 7.8.2024, pag. 1
[11] Materiali che costituiscono gli elettrodi delle celle delle batterie
[12] Decisione (UE) 2022/591
[13] Direttiva 2013/34/UE, del 26 giugno 2013, relativa ai bilanci d’esercizio, ai bilanci consolidati e alle relative relazioni di talune tipologie di imprese, recante modifica della Direttiva 2006/43/CE e abrogazione delle Direttive 78/660/CEE e 83/349/CEE
[14] BAT, best available techniques. Le migliori tecniche disponibili
[15] Un atto delegato è un atto non legislativo, adottato dalla Commissione, per integrare o modificare determinati elementi non essenziali di un atto legislativo.
[16] Citiamo, fra gli altri,
[17] Direttiva UE 2924/1785- IED, del 24 aprile 2024 che modifica la Direttiva 2010/75/UE, relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento), e la Direttiva 1999/31/CE del Consiglio, relativa alle discariche di rifiuti
[18] Joint Research Centre, JRC è una Direzione Generale della Commissione europea. Il JRC si compone di sette istituti scientifici, ubicati in cinque diversi siti in Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna, che dispongono di una vasta gamma di laboratori e strutture di ricerca uniche.
[19] Metodo di Siviglia, ovvero un sistema scientifico di confronto diretto con un reciproco scambio di dati tra scienziati, imprese, Ong, decisori politici a cui, con INCITE si uniranno anche le università.
[20] https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC134499
[21] ENEGO Holding e AXPO Italia
[22] L’iniziativa European Hydrogen Backbone (EHB) L’iniziativa European Hydrogen Backbone (EHB) è composta da un gruppo di trentatré operatori di infrastrutture energetiche , uniti da una visione condivisa di un’Europa climaticamente neutra. L’iniziativa EHB mira ad accelerare il percorso di decarbonizzazione dell’Europa, definendo il ruolo fondamentale dell’infrastruttura per l’idrogeno, basata su condotte nuove ed esistenti, nel consentire lo sviluppo di un mercato dell’idrogeno competitivo, liquido, paneuropeo e a basse emissioni di carbonio
[23] Cfr. Nota 1
[24] COM(2023) 161, del 16.03 2023, Proposta di Regolamento che istituisce un quadro di misure per rafforzare l’ecosistema europeo di produzione di prodotti delle tecnologie a zero emissioni nette (normativa sull’industria a zero emissioni nette)
[25] https://www.project-incite.eu/results/