Autore: Daniele Poto

L’Italia a sovranità super-limitata

Il testo esamina la situazione dell’Italia, descritta come una nazione dalla sovranità limitata, influenzata da vincoli interni ed esterni che impediscono una piena autonomia politica. Tra i principali ostacoli, si citano il debito pubblico, la corruzione, le mafie e l’evasione fiscale, ma anche l’influenza storica dei vincitori della Seconda Guerra Mondiale, come dimostra la presenza delle basi NATO sul territorio italiano.

Inoltre, l’adesione all’Unione Europea e l’introduzione dell’euro sono percepite come ulteriori limiti, con l’Italia costretta a seguire direttive europee con ridotti margini di manovra politica, soprattutto su questioni come la gestione dei migranti. La delusione nei confronti dell’UE è rafforzata dalla sua incapacità di promuovere pace e sicurezza, come dimostrato dal conflitto in Ucraina.

Infine, l’influenza delle multinazionali, come BlackRock, viene vista come un ulteriore fattore che riduce la sovranità economica del paese. In questo contesto, l’idea di un’Italia pienamente indipendente appare illusoria, con i governi costretti a confrontarsi con poteri più grandi che ne condizionano le scelte politiche ed economiche.

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La lenta morte dei talk show

La televisione italiana è dominata da format obsoleti, come i talk show, che non rispondono più agli interessi del pubblico. Con l’aumento dell’indifferenza politica e la perdita di centralità della discussione pubblica, programmi come *Porta a Porta* e altri talk politici soffrono di ripetitività e lunghezza eccessiva, alienando l’audience. Gli italiani, non più elettori, cercano invece contenuti legati alla realtà immediata, come la cronaca nera di *Chi l’ha visto?* o *Quarto Grado*. I format televisivi dovrebbero quindi aggiornarsi e offrire intrattenimento intelligente, seguendo esempi brillanti del passato come i programmi di Renzo Arbore o gli show di Roberto Benigni. Al contrario, i dibattiti politici televisivi seguono una logica preconfezionata e binaria tra governo e opposizione, risultando prevedibili e noiosi. La televisione deve reinventarsi, riorientando i contenuti verso ciò che davvero cattura l’interesse del pubblico, piuttosto che insistere su format ormai superati.

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