Autore: Domenico Maceri

La democrazia negli Usa: luce dal Wisconsin, ombra di Trump

Il Wisconsin ha approvato una nuova legge per ridisegnare i confini dei distretti elettorali, riducendo il “gerrymandering”, pratica che favorisce un partito nella creazione dei collegi. Il governatore Tony Evers ha elogiato questa mossa, che rende il sistema più equo. Il Wisconsin è uno stato in bilico nelle elezioni presidenziali, ma a livello statale i repubblicani dominano grazie alla precedente manipolazione dei distretti. La nuova legge, accettata dai repubblicani per evitare un intervento peggiore della Corte Suprema statale, renderà le elezioni più competitive. Tuttavia, la pratica del gerrymandering è diffusa in molti altri stati americani, sia repubblicani che democratici, portando a una distorsione tra il voto popolare e la rappresentanza legislativa. Questo sistema riduce la competitività elettorale e favorisce candidati estremisti, come dimostrato dall’influenza di Trump nelle primarie repubblicane. Alcuni stati usano commissioni non-partisan per delineare i distretti, promuovendo una maggiore democrazia, ma nessuno dei due partiti sembra voler abbandonare il controllo sui collegi elettorali.

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Trump paladino delle donne?

Donald Trump, durante un comizio in Pennsylvania, ha cercato di riconquistare il voto femminile dichiarandosi “protettore” delle donne, ammettendo che molte di loro sono più stressate e depresse rispetto a quattro anni fa. Tuttavia, i suoi difficili rapporti con le donne, segnati da accuse di aggressioni sessuali e controversie legali, rappresentano un ostacolo per il suo successo elettorale. Tra i casi più noti, quello di E. Jean Carroll, che ha vinto due cause contro Trump, e le accuse legate alla pornostar Stormy Daniels. Inoltre, la revoca del diritto all’aborto, sostenuta da Trump, ha peggiorato il suo rapporto con l’elettorato femminile, con i sondaggi che mostrano un crescente divario tra Trump e la candidata democratica Kamala Harris. Il voto delle donne potrebbe nuovamente rivelarsi determinante nelle elezioni.

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Referendum sul salario minimo in California

Il governatore della California, Gavin Newsom, ha lodato l’aumento del salario minimo a 20 dollari l’ora per i lavoratori del fast food, entrato in vigore nell’aprile 2024 senza effetti negativi significativi. Studi recenti delle università di Berkeley e Harvard dimostrano che l’aumento dei prezzi per coprire i salari è stato minimo e non si sono verificati licenziamenti di massa, contrariamente a quanto temuto. Un nuovo referendum, la Proposition 32, propone un aumento graduale del salario minimo per tutti i lavoratori in California, portandolo a 18 dollari l’ora entro il 2025, con un ulteriore adeguamento all’inflazione a partire dal 2027. Tuttavia, la California Chamber of Commerce si oppone, sostenendo che l’aumento del salario potrebbe incrementare l’inflazione e ridurre i posti di lavoro. Nonostante le preoccupazioni, storicamente i referendum sul salario minimo in California sono stati approvati, anche se i sondaggi più recenti mostrano un calo di sostegno. Sebbene l’aumento non risolverà completamente l’alto costo della vita, rappresenta un passo verso la riduzione delle disuguaglianze economiche.

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