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Inchiesta

Geopolitica d’estate: conflitti globali e interconnessioni invisibili

Se alcune parti del mondo sono in fiamme e altre in grande fermento politico, questa estate ci ha reso ancora più chiaro come il mondo in cui viviamo sia sempre più interconnesso e che nessuna delle questioni che ci assillano, all’ombra dei nostri ombrelloni, possono essere valutate e analizzate senza prendere in considerazione un quadro più complesso e ampio. Per questo motivo abbiamo voluto dedicare una sezione importante del nostro sito pubblicando contributi di autorevoli inviati, diplomatici e accademici che analizzano i vari aspetti di questo intreccio globale. Basta pensare al versante africano dei conflitti nelle lontane terre del Sahel in cui si incrociano terroristi islamici con tecnici militari ucraini, la CIA con militari francesi fino ai mercenari della Wagner. CLICCARE SULL'IMMAGINE PER LEGGERE GLI ARTICOLI

In evidenza

L’Italia a sovranità super-limitata

Il testo esamina la situazione dell'Italia, descritta come una nazione dalla sovranità limitata, influenzata da vincoli interni ed esterni che impediscono una piena autonomia politica. Tra i principali ostacoli, si citano il debito pubblico, la corruzione, le mafie e l'evasione fiscale, ma anche l'influenza storica dei vincitori della Seconda Guerra Mondiale, come dimostra la presenza delle basi NATO sul territorio italiano. Inoltre, l'adesione all'Unione Europea e l'introduzione dell'euro sono percepite come ulteriori limiti, con l'Italia costretta a seguire direttive europee con ridotti margini di manovra politica, soprattutto su questioni come la gestione dei migranti. La delusione nei confronti dell'UE è rafforzata dalla sua incapacità di promuovere pace e sicurezza, come dimostrato dal conflitto in Ucraina. Infine, l'influenza delle multinazionali, come BlackRock, viene vista come un ulteriore fattore che riduce la sovranità economica del paese. In questo contesto, l'idea di un'Italia pienamente indipendente appare illusoria, con i governi costretti a confrontarsi con poteri più grandi che ne condizionano le scelte politiche ed economiche.

Sviluppo sostenibile

Quanto è sostenibile la Pubblica Amministrazione ?

Da anni si discute dei problemi della Pubblica Amministrazione italiana, spesso percepita come un ostacolo insormontabile. Tuttavia, ENEA ha recentemente evidenziato progressi positivi nel settore della sostenibilità e dell’efficienza energetica all'interno delle strutture pubbliche. L'ente ha messo a disposizione delle amministrazioni oltre 100 strumenti tecnici e organizzato 170 eventi per promuovere pratiche sostenibili, come il "Catasto Energetico Unico" in Sicilia e il programma PELL a Livorno, che ha ridotto del 70% il consumo energetico e le emissioni di CO2. Nonostante questi risultati, ENEA sottolinea che la Pubblica Amministrazione italiana deve ancora compiere passi significativi, soprattutto in termini di formazione sulla sostenibilità, l'adattamento climatico e le energie rinnovabili. I progetti territoriali integrati per lo sviluppo sostenibile stanno contribuendo a creare nuove filiere produttive basate sui principi dell’economia circolare. La sfida principale rimane la capacità dello Stato di adottare soluzioni tecnologiche innovative per affrontare i cambiamenti climatici e i rischi ambientali, dimostrando che anche un sistema burocratico complesso può evolvere.

Culture

Alla ricerca degli antichi qanat in Iran

Il racconto narra l’inizio di un viaggio di ricerca in Iran, intrapreso dall'autore e dai suoi colleghi nel 2008, per studiare gli antichi acquedotti chiamati "qanat". Il viaggio era stato pianificato con l’amico e collega Ezio Burri, professore di geografia, e Angelo Ferrari, ricercatore del CNR, ma l’autore esprime preoccupazione per il contesto politico e la burocrazia necessaria per ottenere il visto. Il giorno della partenza, l'autore viene accompagnato dalla moglie fino all'aeroporto di Fiumicino, dove incontra i colleghi. Dopo le formalità e l’imbarco, il volo Air Iran si svolge senza intoppi, anche se emergono alcune differenze culturali, come l'assenza di alcool a bordo e l’obbligo per le donne di coprire i capelli all’ingresso nello spazio aereo iraniano. All'arrivo a Teheran, il gruppo viene accolto da una guida incaricata dall’università locale e trasportato con un minibus verso la destinazione finale, Shahrood, situata a 350 km dalla capitale. Durante il tragitto, si fermano per osservare il Mausoleo di Khomeini e riflettono sulle sfide logistiche e culturali che li attendono nel loro progetto di ricerca.

Diritti

Il Decreto anti Ghandhi

Il decreto sicurezza, approvato alla Camera il 18 settembre con 162 voti favorevoli, introduce oltre 20 nuovi reati, riflettendo l'approccio repressivo del governo di centrodestra verso la sicurezza. Tra le misure più controverse ci sono la criminalizzazione del blocco stradale e ferroviario, nuove norme contro le occupazioni abusive, e il reato di resistenza passiva, che potrebbe colpire detenuti e migranti nei centri di accoglienza. Le opposizioni criticano il decreto, definendolo incostituzionale e paragonando alcune norme a leggi "anti-Gandhi". Altro punto delicato è la possibilità di non rinviare automaticamente la pena per le madri detenute con figli, suscitando timori di un aumento di bambini in carcere. Anche l'equiparazione delle infiorescenze di canapa industriale alla droga ha provocato proteste nel settore.

Mondo

Israele e l’ONU

Il conflitto tra Israele e le Nazioni Unite si è intensificato nell'ottobre 2024, con Israele che accusa l'ONU di antisemitismo, in risposta alle critiche ricevute per le sue operazioni militari. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito l'ONU una “palude antisemita”, esacerbando la tensione diplomatica. La crisi ha raggiunto un punto critico con la dichiarazione di persona non grata per il Segretario Generale Antonio Guterres, accusato di non condannare adeguatamente l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, ma di criticare pesantemente l’operazione israeliana a Gaza. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno intensificato le operazioni nel Libano meridionale contro Hezbollah, con l'ONU presente attraverso la missione UNIFIL, principalmente composta da soldati italiani, francesi e spagnoli. Nonostante Israele avverta UNIFIL prima degli attacchi, ci sono state vittime e danni tra i contingenti, portando a tensioni diplomatiche tra Gerusalemme e i paesi europei. Sul fronte internazionale, gli Stati Uniti continuano a sostenere militarmente Israele, con aiuti significativi, ma hanno anche minacciato di sospendere il sostegno se non sarà facilitato l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza. Netanyahu, tuttavia, sembra puntare sull’elezione di Donald Trump nel 2024 per rafforzare la sua posizione.

Società

La manovra, né lacrime, né sangue?

Lo spunto di questo piccolo articolo viene dalla lettura del periodico Other News che, grazie a Claudio, mi fornisce un'informazione importante, selezionata e credibile. L’articolo è di Gianluca Di Donfrancesco, Fmi: il debito pubblico mondiale supera i 100mila miliardi di dollari, da Il Sole 24 Ore. Questa ottima analisi è però, come molte altre, molto difficilmente comprensibile per un uomo della strada come sono io. Ma se volessimo commentare la famosa “manovra” della quale si dibatte aspramente ora, un articolo così dovrebbe invece servire ai cittadini più ignoranti, perché, siccome si tratta di fondi pubblici, essi dovrebbero poter capire perché bisogna non spendere più nulla, ma mantenere con fatica quello che abbiamo. Invece, l’acceso dibattito fra il governo e l’opposizione non fa capire granché, anche se per ora la manovra è solo chiacchiere, perché non c’è ancora un documento scritto che si possa seriamente commentare. Pur non essendo certo un economista, vorrei tradurre alcune cose in un linguaggio per un cittadino qualsiasi. Se ho capito bene, l’articolo ci dice che non solo il debito italiano, ma quello di tutti gli stati del mondo, sta crescendo in modo insostenibile. Mio padre, che era soltanto un ottimo architetto, cercò di spiegarmi, quando ero solo uno studente universitario, che la liquidità, e cioè gli strumenti monetari e di pagamento (la moneta di carta, ma anche quella rappresentata da debiti e impegni di pagamento), doveva rappresentare in pratica l’economia, la ricchezza di uno stato. Cioè, si potevano emettere impegni e assumere debiti in funzione della ricchezza di un paese, in termini di immobili, imprese e loro attività, scambi commerciali, import-export, e quindi appunto la ricchezza di un paese in un determinato momento storico. Non sarebbe quindi diverso dalla ricchezza di una famiglia che possiede immobili, eventualmente imprese, fidi e mutui bancari. Quando si passò dal baratto all’uso di una qualche moneta, lo si fece per facilitare le transazioni commerciali e tutte le altre operazioni economiche. Yuval Harari dice chiaramente che la moneta è una narrazione, perché le banconote sono soltanto pezzi di carta, uno strumento fittizio, che dipende soltanto da una convinzione, accettata universalmente dagli operatori economici. Ma se il debito di uno stato, o il debito mondiale aumentano eccessivamente, e non rappresentano più il reale potenziale economico dei paesi, allora la moneta diventa soltanto carta e si genera quella inflazione che ne dimostra il progressivo deprezzamento, perché i cittadini, e i cosiddetti mercati, ne contestano il valore reale e cioè la capacità di fare acquisti e transazioni. Nel nostro paese il dibattito si concentra sempre su dove dovremmo mettere i soldi, per esempio molto di più nella sanità e nella scuola che non in spese come il ponte di Messina o lo spostamento in Albania di emigranti (un giornale spagnolo ha calcolato che i primi pochissimi migranti trasportati in Albania dalle nostre navi militari, costano 18 mila euro per migrante). In sostanza, il dibattito verte soltanto sul “benaltrismo”. Però esso nasconde, come al solito, la verità. Anzi, molti criticano le norme restrittive europee, che sono invece un limite alle spese pazze dei governi. Però nessuno, né il governo né l’opposizione, ha l’onestà, il coraggio, di dire che anche la parola manovra non ha senso, perché non ci sono le risorse economiche per deciderla. Bisognerebbe dire chiaramente ai cittadini che è finita l’epoca delle ‘vacche grasse’, quando si poteva dare tutto a tutti. Sarebbe serio anzi far notare che il debito dello stato deve essere limitato, non perché l’Europa ce lo chiede, ma perché la famiglia ha speso per lungo tempo oltre le sue risorse e quindi bisogna diminuire il debito, tirando la cintura e non cercando di acchiappare il consenso con regalini alle categorie deboli, che si traducono fra l’altro in ridicoli contributi o piccoli risparmi fiscali per le famiglie, le partite IVA e le imprese. Se avessimo veri politici come Churchill, che chiese agli inglesi di combattere invece di negoziare con Hitler, dovremmo dire chiaramente ai cittadini che per anni abbiamo avuto troppo rispetto a quanto ci potevamo permettere. Quindi ora sono inevitabili tasse e sacrifici, anche se, ovviamente, i sacrifici dovrebbero essere imposti a chi ha di più o, come le banche e le società energetiche, ha fatto utili derivanti da congiunture negative. Del resto, in tutti i paesi si combatte con tasse la speculazione edilizia, perché il valore degli immobili non sale per la bravura dei proprietari, ma per l’evolversi di un mercato che dipende, largamente, dalla società e dal sistema urbanistico dello Stato. Sono sicuro che i veri economisti avrebbero molte osservazioni su queste mie spiegazioni, superficiali e incomplete, ma non sarebbe meglio dire comunque la verità ai cittadini? Quando iniziavano le guerre si chiedeva di portare gioielli per contribuire allo sforzo della patria (della quale si riempie la bocca la Meloni), e molti lo capivano bene perché non era una bugia. Oggi invece facciamo di tutto perché i cittadini non capiscano.

Voci da Kiev

Sulle strade della guerra

Il 7 ottobre 2023, Hamas ha attaccato brutalmente i civili israeliani, ma l'evento sembra essere stato in gran parte dimenticato in Europa. Alcuni suggeriscono che l'attacco sia stato simbolicamente legato al compleanno di Putin, sebbene non vi siano conferme. Tuttavia, lo stesso giorno si celebrava anche la Giornata internazionale del medico, un'occasione per onorare coloro che prestano servizio in condizioni difficili, come i medici ucraini impegnati al fronte. Il racconto si concentra su esperienze personali di medici militari ucraini, che hanno lasciato la vita civile per salvare vite durante la guerra. Una di queste storie narra di una dottoressa che è passata dal ruolo di ostetrica a chirurga militare, affrontando le sfide della guerra per curare soldati feriti. Un altro racconto descrive l'interazione con un soldato traumatizzato dalla battaglia, che, nonostante le gravi lesioni, insiste per tornare in prima linea. Questi racconti offrono uno spaccato delle difficoltà psicologiche e fisiche affrontate dai militari e dai medici ucraini nel conflitto contro la Russia, sottolineando il coraggio e la determinazione di coloro che combattono non solo per la sopravvivenza, ma per la libertà del loro paese.

Le voci di TUTTI

I NOSTRI BLOG

 

Controvento

a cura di Rodolfo Ruocco

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Stroncature

a cura di Daniele Poto

La lenta morte dei talk show

La televisione italiana è dominata da format obsoleti, come i talk show, che non rispondono più agli interessi del pubblico. Con l’aumento dell’indifferenza politica e la perdita di centralità della discussione pubblica, programmi come *Porta a Porta* e altri talk politici soffrono di ripetitività e lunghezza eccessiva, alienando l’audience. Gli italiani, non più elettori, cercano invece contenuti legati alla realtà immediata, come la cronaca nera di *Chi l’ha visto?* o *Quarto Grado*. I format televisivi dovrebbero quindi aggiornarsi e offrire intrattenimento intelligente, seguendo esempi brillanti del passato come i programmi di Renzo Arbore o gli show di Roberto Benigni. Al contrario, i dibattiti politici televisivi seguono una logica preconfezionata e binaria tra governo e opposizione, risultando prevedibili e noiosi. La televisione deve reinventarsi, riorientando i contenuti verso ciò che davvero cattura l’interesse del pubblico, piuttosto che insistere su format ormai superati.

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TUTTI al cinema

a cura di Guido Bassi

Padri e figlie, ventagli, sassofoni e cavalli alle Giornate di Pordenone

Il ruolo delle donne nel cinema, specialmente in ambito familiare, si concentra spesso sulla figura della figlia, mentre la madre viene trascurata o addirittura dipinta in modo negativo. Questo emerge in diversi film delle “Giornate del Cinema Muto” di Pordenone, dove padri vedovi si sacrificano per il bene delle figlie, mentre le madri appaiono spesso colpevoli o irrilevanti. Questo trend si riflette anche in altri festival cinematografici, dove la presenza femminile nei ruoli di leadership è ancora limitata. Le “Giornate” di Pordenone, festival internazionale dedicato al cinema muto, rappresentano un’occasione unica per riscoprire capolavori dimenticati, accompagnati da musica dal vivo, creando un evento esclusivo e irripetibile. Tuttavia, la mancanza di diffusione e accesso a questi film fuori dal contesto festivaliero solleva la questione di come conservare e promuovere queste opere d’arte in un’epoca di digitalizzazione e sovrabbondanza di contenuti cinematografici.

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Pane al pane, vino al vino!

a cura di Carlo Pantanella

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Passione architettura

a cura di Anna Maria Zanettin

Luoghi, tracce, schemi e confini

Gli edifici e gli spazi che ci circondano riflettono e prolungano l’ordine interno della nostra vita, creando una sintonia tra il nostro mondo interiore e quello esterno. Piazze, come Piazza San Marco a Venezia, offrono spazi comuni che ci fanno sentire a nostro agio, mentre luoghi come il Pantheon trasformano concetti più intimi, come l’idea di caverna, in maestosi spazi pubblici. Percorsi e strutture architettoniche, come la scalinata di Trinità dei Monti a Roma, offrono non solo un’esperienza fisica, ma anche immaginativa, poiché la vista può esplorare sentieri che il corpo non può percorrere. Le città, con i loro schemi e tracce, variano in base alla cultura e agli eventi, con alcuni sistemi urbanistici che si presentano come autoritari o democratici. Infine, i confini, come le mura e le facciate, non solo delimitano lo spazio ma spesso servono una doppia funzione, come protezione e scena. Questo rapporto tra l’interno e l’esterno è un dialogo costante che arricchisce la nostra percezione del mondo.

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Anime libere

a cura di Consuelo Quattrocchi

Io, donna afghana, voglio cantare ora

Una giovane donna afghana, che ama cantare e sognare il suo futuro, vede la sua vita cambiare radicalmente con l’introduzione delle nuove leggi dei talebani. Una mattina, viene arrestata mentre canticchiava una canzone per strada, colpevole di aver violato le nuove disposizioni che vietano alle donne di far sentire la loro voce in pubblico. Il centro di bellezza che frequentava, luogo di incontro e cura di sé, è ormai chiuso, simbolo delle libertà perdute. La legge talebana del 31 luglio, composta da 35 articoli, impone severe restrizioni, tra cui l’obbligo per le donne di velarsi e non parlare in pubblico. Questo decreto è solo l’ultimo colpo contro i diritti umani in Afghanistan, dove la libertà di espressione, soprattutto per le donne, viene brutalmente repressa. L’Unione Europea ha espresso preoccupazione per queste misure, riconoscendole come violazioni dei diritti fondamentali. Tuttavia, la realtà per molte donne afghane rimane quella di sogni infranti e vite soffocate sotto il giogo di un regime repressivo.

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Uomini e capre

a cura di Alessandro Costa

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TUTTI a tavola

a cura di Carlo Pantanella

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Favole, poesie e prosa

Frammenti di arcobaleno

Il viaggio in pullman verso Salamanca è accompagnato da un paesaggio mutevole e suggestivo, dominato da campi brulli e frammenti di arcobaleno che si fondono con le nuvole basse. I colori dell'arcobaleno, inizialmente vividi e distinti, si mescolano e sfumano, dissolvendosi nel grigiore del cielo mentre la pioggia si intensifica. Tuttavia, dopo una curva, il cielo si apre, rivelando squarci di sereno e lasciando spazio a un nuovo arcobaleno, parzialmente nascosto dalle nuvole, ma destinato a resistere solo per pochi attimi. La natura si trasforma, mostrando il suo potere di sorpresa e bellezza in continua evoluzione.