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Ue: il Mondo le rovina intorno, ma l’Europa s’accontenta di fare cabotaggio sui migranti

Il primo marchio della nuova legislatura delle istituzioni europee, che coinvolge il governo italiano, è segnato da polemiche e critiche legate alla gestione dei migranti. La decisione del governo Meloni di creare un hotspot in Albania rappresenta una risposta controversa a un problema complesso e solleva preoccupazioni sia sul piano umanitario che economico. A livello europeo, l’iniziativa ha attirato l’attenzione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e di vari leader UE, creando un dibattito acceso sulle modalità di gestione delle migrazioni. Mentre alcuni paesi, come l’Austria e l’Ungheria, sostengono l’idea dell’esternalizzazione, altre nazioni, come la Germania e la Francia, si mostrano scettiche. Anche il Vertice europeo di Bruxelles ha evidenziato profonde divisioni tra i paesi membri su questo tema.

Sul piano internazionale, l’Unione Europea appare divisa su più fronti, con i leader dei 27 impegnati in discussioni su questioni globali che vanno oltre l’immigrazione, come la guerra in Ucraina e le tensioni in Medio Oriente. Tuttavia, il tema migratorio rimane centrale, con la “formula Albania” che potrebbe aprire la strada a nuove iniziative simili da parte di altri paesi dell’UE.

In definitiva, il governo italiano sperava di presentare la propria strategia come una soluzione innovativa e efficace, ma ha incontrato reazioni miste, evidenziando le tensioni interne all’Unione e le sfide che attendono la nuova legislatura europea.

Migranti in Albania: il sogno dell’Europa finisce qui

Il testo critica la cosiddetta “soluzione albanese” del governo Meloni per la gestione dei migranti, descrivendola come inefficace e deludente. La scena degli studenti albanesi che accolgono i primi migranti con lo striscione “Il sogno dell’Europa finisce qui” rappresenta, secondo l’autore, il fallimento di un’Unione Europea che ha tradito i suoi ideali di democrazia e diritti umani. La soddisfazione espressa da Meloni e dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, per l’esternalizzazione del problema migratorio è vista con sospetto, poiché potrebbe minare i diritti dei richiedenti asilo.

L’autore sottolinea che, nonostante l’iniziativa, la magistratura italiana garantisce ancora la possibilità di ricorsi contro respingimenti o rimpatri, rendendo inefficace il meccanismo. Viene evidenziato il caso dei 16 migranti inviati in Albania, cinque dei quali sono già tornati in Italia, con ulteriori costi per lo Stato, a causa di errori procedurali. Inoltre, il personale nei centri albanesi garantirebbe ai migranti condizioni migliori rispetto a quelle nelle carceri italiane.

La “soluzione albanese” è descritta come un’operazione propagandistica del governo, che fatica a mantenere le promesse elettorali, alimentando il sospetto che anche altre promesse di Meloni, come la sicurezza e l’autonomia regionale, possano rivelarsi fallimentari.

Conoscere le norme tecniche: più 1% del PIL

La conoscenza delle norme tecniche è fondamentale per migliorare la competitività economica, come dimostra la Germania, dove l’adozione delle normative aumenta il PIL. Le istituzioni europee e gli enti di normazione come CEN, CENELEC ed ETSI collaborano per stabilire norme armonizzate che garantiscono la sicurezza e la conformità dei prodotti alle leggi europee. Queste norme riducono i costi per le imprese, promuovono l’innovazione e rendono il mercato unico europeo più competitivo a livello globale. Il programma di lavoro per la normazione europea del 2024 si concentra su resilienza industriale, transizione verde e digitale, e sostenibilità. La Commissione Europea collabora con partner internazionali per sviluppare norme in settori strategici come idrogeno, calcolo quantistico, materiali critici e cibersicurezza, per sostenere le politiche del Green Deal e l’innovazione tecnologica. Le norme europee favoriscono la competitività, assicurando che prodotti e servizi rispettino i più alti standard in materia di sicurezza, salute e ambiente.

Collegare l’Europa attraverso reti: l’Energia

Il Meccanismo per Collegare l’Europa (MCE) mira a potenziare le reti transeuropee nei settori dei trasporti, dell’energia e del digitale, promuovendo la coesione economica e sociale e contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico. Il programma, dotato di un budget di 33,71 miliardi di euro, sostiene progetti strategici volti a migliorare le infrastrutture energetiche, la connettività digitale e i trasporti, con particolare attenzione all’integrazione del mercato energetico europeo e alla decarbonizzazione, in linea con gli obiettivi del Green Deal dell’UE. Circa l’83% dei finanziamenti è destinato a progetti che promuovono la sostenibilità, includendo iniziative per l’energia rinnovabile e la modernizzazione delle reti elettriche. Il MCE sostiene inoltre la cooperazione transfrontaliera nel settore energetico, contribuendo all’interconnessione delle reti tra Stati membri e alla sicurezza dell’approvvigionamento. L’assistenza finanziaria è concessa tramite sovvenzioni a progetti presentati da Stati membri, organismi internazionali, enti pubblici e privati, escludendo proposte di persone fisiche.

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