Dire via Margutta ci riporta subito al mondo degli artisti, ai negozi di antiquariato, al sapore bohémien che qui si respirava in passato e poi ai restauratori e, proprio in Via Margutta 54, troviamo il Laboratorio di Restauro Pavia.

Dopo aver intervistato una serie di artigiani d’eccellenza, non poteva mancare l’intervista a chi l’arte la preserva con passione, tradizione e, soprattutto, innovazione.

Lycia mi accoglie all’interno del loro bellissimo laboratorio, ex studio di pittura, dotato di ampie finestre e inizio a farmi raccontare la loro storia familiare.

L’attività della famiglia Pavia nasce tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 e ha origine dall’attività di collezionismo del bisnonno di Alessandro, che aveva una galleria d’arte a via del Babuino e collezionava, prevalentemente, cimeli pittorici del Risorgimento italiano. L’esigenza del restauro è nata, come spesso accadeva, per conservare e mantenere la propria collezione. Il primo restauratore della famiglia fu il nonno di Alessandro, il quale aveva una formazione di Accademia di Belle Arti in quanto all’epoca non esistevano scuole di restauro. Durante la II guerra mondiale lavorò nella loro casa in via del Babuino, si conserva anche un dipinto che lo ritrae a casa intento a lavorare al cavalletto: subito dopo la guerra presero l’attuale laboratorio, i primi contratti d’affitto risalgono infatti agli anni ’50.

Padre e figlio continuarono questa tradizione e, in seguito, Alessandro, una volta finiti gli studi, ha proseguito l’attività della famiglia. Lycia, sua moglie e collega, mi racconta che, casualmente, ha seguito lo stesso percorso del marito: il padre è collezionista d’arte contemporanea, il suo bisnonno era invece un restauratore anglosassone che negli anni ’30 del ‘900, dopo aver lavorato anche negli Stati Uniti, si trasferì a Firenze dove prese una grande villa nella quale istituì una scuola di restauro. Alla sua improvvisa e prematura morte, essendo i figli molto piccoli, la villa e la sua collezione furono dati via e s’interruppe così la tradizione di famiglia, fino a Lycia che la recuperò per interessi personali.

La famiglia Pavia è riuscita a tramandare il suo sapere fino all’attuale generazione anche se, come mi spiega Lycia, il restauro di oggi è completamente diverso da quello del passato, si è evoluto, è un mestiere della tradizione ma è molto legato all’evoluzione scientifica e tecnica a differenza di altri tipi di artigianato apprezzati proprio perché mantengono le tecniche dei predecessori. Nel settore del restauro, essendo ormai un campo più tecnico che artigianale, si è tenuti ad aggiornarsi continuamente, c’è stato un enorme avanzamento delle conoscenze, di disponibilità dei materiali, degli strumenti di diagnostica che altri settori artigianali non hanno avuto e nei quali è meno apprezzata l’evoluzione.

Nel restauro si continua sempre a studiare, ad aggiornarsi, a confrontarsi in ambito internazionale soprattutto nel restauro di opere di arte contemporanea, ad oggi attività principale e di grande passione per Alessandro e Lycia. Entrambi sono specializzati nel settore polimaterico, una volta si diceva opere da cavalletto, fino a 20 anni fa prettamente olio su tavola o su tela, ma con l’arte contemporanea si esula dai materiali e dalle tecniche tradizionali e si lavora con i più disparati supporti e materiali come plastica, sale, zucchero, materiali di recupero, sabbie etc. Ad oggi quello che viene richiesto ad un restauratore è una grande conoscenza della chimica, della fisica, della meccanica dei materiali e della loro interazione reciproca.

Il mondo del restauro nasce da due grossi filoni: quello dei collezionisti e quello dei pittori. I restauratori storici erano o importanti collezionisti che preservavano le loro opere o pittori i quali, con la loro conoscenza dei materiali, potevano intervenire per conservare le opere e a volte, cosa ad oggi non più richiesta, finire anche le opere incompiute o colmare grandi lacune. Ora al restauratore moderno viene richiesto di occuparsi della conservazione, dell’integrità dell’opera d’arte oltre che dell’estetica, intervenendo sull’opera il meno possibile.

Pavia laboratorio ha lavorato fino alla fine degli anni ‘90 con Istituzioni museali, successivamente alla morte del padre Alessandro ha preferito dedicarsi alle numerose opere di collezionisti privati italiani e stranieri lavorando sempre in prima persona e con grande passione su ogni singolo lavoro con il suo team composto da Lycia e da un serie di collaboratori.

Nel loro futuro, Alessandro e Lycia vorrebbero avere degli spazi più ampi dove poter gestire più opere in contemporanea oltre a dotarsi di tutto ciò che la tecnica, la ricerca, la tecnologia, la formazione renderà loro a disposizione e a continuare ad investire nella loro formazione e in corsi di aggiornamento.   

CONTATTI

Pavia Restauro

Via Margutta, 54 – 00187 Roma (RM)
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Foto di apertura dal sito http://www.paviarestauro.com/