Strana intesa, strana coppia, strano incontro Meloni-Macron. La presidente del Consiglio italiana e il presidente della Repubblica francese vogliono l’intesa, almeno ci provano. Provano a voltare pagina dopo i durissimi scontri sui migranti, le offese, la quasi rottura delle relazioni diplomatiche i due paesi.
L’incontro Meloni-Macron avviene a sorpresa a Roma, dopo i funerali laici di Giorgio Napolitano. Oltre un’ora di faccia a faccia a fine settembre tra i due ex nemici. La prima è assediata dai duri della destra in Italia, il secondo ha un problema analogo in Francia. È la seconda tappa di riconciliazione dopo il colloquio a Parigi dello scorso giugno. La presidente del Consiglio italiana e il presidente della Repubblica francese si stringono la mano per sottolineare una consonanza d’intenti davanti ai giornalisti, telecineoperatori e fotografi. Sono due i temi bollenti sui quali raggiungere un accordo da far pesare sui tavoli dell’Unione europea: i migranti provenienti da Africa-Asia e la revisione del Patto di stabilità per l’euro.
Ancora non c’è l’accordo ma delle convergenze sì. Giorgia Meloni e Emmanuel Macron hanno una doppia sintonia d’interessi nel trovare una intesa sia in politica estera sia in politica interna. Il massiccio flusso di migranti che attraversa il Mediterraneo sbarcando soprattutto in Italia è un enorme problema per entrambi i paesi. C’è da costruire e far passare a Bruxelles un piano per aiutare lo sviluppo dei paesi africani e per controllare le coste dalle quali partono le navi di migranti. C’è poi il rebus della riforma del Patto di stabilità per l’euro: il problema è premere sul cancelliere tedesco Olaf Scholz per ridurre i parametri di rigore finanziario davanti al rallentamento delle economie europee (Italia e Francia devono ricorrere a un più forte deficit pubblico per affrontare spese e investimenti).
Incontro Meloni-Macron. I due personaggi cercano l’intesa anche per ragioni di politica interna. Il prossimo giugno ci saranno le elezioni europee ed entrambi sono in allarme. Matteo Salvini, l’alleato competitore di Meloni, suona sempre di più le trombe populiste e sovraniste a caccia di voti. Nel mirino ha i migranti e le “imposizioni” di rigore finanziario della Ue all’Italia. Il segretario della Lega, vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture sempre di più marcia verso l’estrema destra. Al raduno leghista di Pontida, tra qualche mal di pancia di una parte del Carroccio, ha formalizzato una alleanza con Marine Le Pen, la leader dell’estrema destra francese, grande antagonista di Macron.
Le elezioni di giugno sono cruciali non solo per il destino della traballante Unione europea, scossa dalla crisi economica e da tensioni populiste-autoritarie. La guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas si somma drammaticamente a quella in Europa tra Ucraina e Russia. Altri massacri e nuova benzina sulla crisi energetica. Il voto per l’Europarlamento è decisivo anche per le sorti di Meloni e Salvini in Italia e di Macron e Le Pen in Francia. Meloni e Macron hanno la necessità di costruire una solida intesa, pur amandosi poco, per far muro contro l’asse Salvini-Le Pen. In più hanno il problema di avere una storia politica diversa alle spalle: Meloni è di destra, è alle prese con la trasformazione di Fratelli d’Italia in una forza pienamente democratica; Macron è un centrista di matrice tecnocratica.