Roma non finisce e probabilmente non finirà mai di sorprendere per la sua bellezza. Nella Città Eterna non esiste soltanto uno splendido centro storico – celebre in ogni angolo della terra – ma pure una meravigliosa e meno nota “periferia storica”, ancora tutta da scoprire e da esplorare. Infatti, nel corso degli ultimi cento anni, l’edilizia popolare è riuscita a creare alcuni capolavori di urbanistica. A Roma il passato abbraccia il futuro e la città, da alcuni anni, è una delle nuove capitali europee e mondiali di Street Art, una delle più interessanti forme di arte contemporanea.

Le sue origini non sono ben chiare ma di certo negli anni ’60 e ‘70 nelle periferie di
New York si inizia ad assistere a tale fenomeno socio-culturale e solo intorno al 2000 si assiste ad una vera e propria esplosione dell’arte di strada grazie soprattutto all’artista inglese  Banksy  che ispirandosi inizialmente alle opere di Blek Le Rat iniziò la sua carriera di artista di strada dipingendo le strade con l’aiuto di Stencil.
La sua fama iniziò a diffondersi solo dopo il suo trasferimento in Palestina e in Cisgiordania dove dipinse nove figure sul muro di Betlemme, diventando un fenomeno virale che ha visto girare rapidamente le sue opere in tutto il mondo.

In Italia, Milano, Bologna e Roma sono le tre scuole leader per la Street art, considerata non più come manifestazione di vandalismo bensì come un crescente fenomeno artistico estraneo al mondo dell’arte istituzionale e ufficiale. Dall’inizio del XXI secolo la generazione dei graffitisti italiani ha conquistato fama europea stravolgendo i vecchi tabù di bassa cultura underground o di slogan e segni a sfondo politico. Da piccolo fenomeno di nicchia la Street
art si è evoluta in un movimento culturale a pieno titolo.

Scoprire l’arte urbana romana significa avventurarsi in un itinerario che attraversa circa 150 strade e 30 quartieri, dal centro alle periferie, da Testaccio a Tor Marancia, dal Pigneto a Tor Pignattara, dal Quadraro a San Basilio. Sono almeno 350 le opere realizzate negli ultimi anni da artisti italiani e di fama mondiale. Di recente nel contesto quasi irreale del rione Garbatella e soprattutto nel vicino quartiere di Tor Marancia, hanno trovato dimora numerosi murales legati al fenomeno della “street art”.
I murales di Tor Marancia e Garbatella sono di vario tipo, figurativi e astratti e sono stati realizzati da artisti provenienti da tutto il mondo e fanno a gara nel trasformare i muri di Roma in una grande tela. Stupisce il loro numero e la loro dimensione: i murales sono a decine e sono grandi come case e palazzi. Talvolta sono raggruppati assieme, in altri casi si trovano dove meno te li aspetteresti.

Big City Life a Tor Marancia è probabilmente il progetto più riuscito. Il quartiere infatti è oggi uno dei più fotografati e visitati dagli appassionati di Street Art. Il progetto di arte pubblica partecipata per la riqualificazione urbana, culturale e sociale è stato inaugurato nel mese di marzo 2015. Ideato da 999Contemporary, organizzato da Francesca Mezzano e curato da Stefano S. Antonelli e Gianluca Marziani, è stato sostenuto economicamente da Roma Capitale e condiviso con ATER del Comune di Roma, l’azienda territoriale per l’edilizia residenziale. Ventidue street artist internazionali hanno trasformato altrettante facciate del Lotto 1 di Tor Marancia, borgata romana a pochi passi da Garbatella. I murales sono stati protagonisti anche della XV Mostra Internazionale di Architettura di Venezia.

Evidentemente l’arte chiama sempre nuova arte e così come nel Medioevo, nel Rinascimento e nel Barocco, gli artisti continuano a prendere ispirazione dalla Città Eterna.

The key to Rome
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