Per la prima volta nelle botteghe storiche della città eterna, dall’11 al 17 ottobre, il gioiello è stato celebrato con una intera Jewelry Week. L’evento ha il patrocinio del I Municipio di Roma, della Camera di Commercio Italo-americana a New York ed è promosso dall’associazione Incinque Open Art Monti di Monica Cecchini. Oltre 130 i designer internazionali che hanno esposto le loro creazioni. I visitatori sono stati coinvolti in tour di visite guidate, organizzate per far conoscere la forte relazione tra storia e aneddoti della città e l’antica arte orafa. Curatore della Neo Scuola Romana del Gioiello e quindi del percorso relativo è stato Claudio Franchi, noto argentiere, designer, restauratore e storico dell’arte.

Per la rubrica dedicata alle Eccellenze Artigiane ho avuto l’occasione di intervistare l’artigiana orafa Cristiana Perali.

L’Atelier Cristiana Perali è già di per sé un “piccolo gioiello” nel cuore del centro storico della Capitale e, ovviamente e meritatamente, è stata una delle tappe fondamentali della Jewelry Week, alcune turiste americane erano infatti appena uscite entusiaste dopo aver fatto una visita guidata con Cristiana.

Per prima cosa chiedo a Cristiana quando e come nasce questa tradizione e la sua passione per l’arte orafa.

Nasce nel 1907 con suo nonno maestro orologiaio, insegnante del mestiere della riparazione di orologi e parallelamente con una bottega orafa artigiana situata all’Esquilino sotto i portici di Piazza Vittorio e rimasta in piedi fino al 2001. Dopo di lui, la tradizione fu seguita dal padre di Cristiana, grande appassionato ed esperto di orologi con un laboratorio di riparazioni di orologi e un laboratorio di oreficeria. Cristiana invece, dopo aver lasciato il settore degli orologi, ha deciso di dedicarsi alla sua passione per il gioiello, della sua creazione e progettazione. Dopo aver fatto la sua esperienza personale vedendo gli orafi che lavoravano nel laboratorio del padre, ha seguito diversi corsi di banchetto, cera persa, progettazione al CAD nella Scuola Internazionale di Arti Orafe di Firenze, ha poi iniziato a fare i primi lavori sul suo banchetto. Da qualche anno è validamente assistita da talentuosi artigiani ma rimane sempre di Cristiana la progettazione e la sua cura nel seguire fino alla fine il lavoro che esce dal suo atelier come se fosse realizzato da lei al banchetto.

Le tecniche che vengono utilizzate nella sua bottega sono le tradizionali quindi tanta cera persa che troviamo nella sua collezione Roma, una delle sue preferite, poi c’è il banchetto, il traforo, lo sbalzo, tecnica ormai difficilmente utilizzata, e poi si avvalgono delle tecniche più moderne come il CAD perché permettono di valutare in anticipo i progetti, soprattutto si riesce a capirne il peso finale mentre un gioiello fatto a mano non sempre ottiene una volta finito il peso che si pensava all’inizio, in corso d’opera ci sono tante variabili con il CAD questo non accade. Cristiana si avvale di questa tecnica laddove necessario ma rimane sempre un’appassionata del lavoro tradizionale e artigianale.

L’attuale Atelier è stato aperto da Cristiana circa 20 anni fa e qui, con grande passione ed entusiasmo, Cristiana si dedica a 360 gradi alle sue creazioni.

Proseguo l’intervista chiedendo a Cristiana più dettagli su questa prima edizione della Jewelry Week, di cui mi parla entusiasta e soddisfatta sottolineando che uno degli aspetti fondamentali di questo evento è riuscire a dare alle persone la possibilità di entrare nei negozi, negli atelier, nelle botteghe, avvicinare le persone al mondo del gioiello artigianale che va visto da vicino, va raccontato, va toccato, va indossato, non può essere visto solo on line o su un catalogo e acquistato con un click. Questo è un aspetto necessario per il settore della gioielleria di artigianato, può essere anche un artigianato realizzato con materiali più “poveri”, come negli ultimi anni si è stati costretti ad utilizzare per contingenze economiche e che ha portato ad un cambiamento del gusto per cui si ricercano oggetti meno classici, più semplici anche unendo materiali poveri e preziosi insieme ma con una veste diversa ma sempre personalizzato e unico con una tiratura limitatissima.

Durante la Jewelry Week l’Atelier Perali oha ospitato anche altri artisti, come ad esempio il giovane artista Andrea Fontana, offrendo la possibilità di confrontarsi tra i diversi artigiani senza barriere e di fare rete in un mercato di nicchia.

Cristiana mi racconta di come durante il periodo del Covid è riuscita a lavorare tantissimo con il suo laboratorio per trasformare i gioielli delle sue clienti che giacevano in un cassetto da anni: una volta smontati e rimontati le sue clienti sono state felici di indossare in qualche modo un gioiello antico, un ricordo ma con una veste diversa e contemporanea.

Affrontando il tema del futuro, Cristiana mi racconta che circa un anno fa per la prima volta ha esposto le sue collezioni a Vicenza in occasione della Fiera Internazionale del Gioiello con il desiderio di esportare nei mercati americani e sud-americani le sue creazioni. Come possiamo ben immaginare, questo progetto di esportazione è stato interrotto ma con la speranza di poter ripartire il prima possibile con l’energia e la grande passione che caratterizzano la stilista e orafa Cristiana Perali.

 

Atelier Cristiana Perali

Via dei Banchi Vecchi, 60, 00186 Roma RM

www.cristianaperali.it