Anche se mi sembra di essere in un piccolissimo gruppo, sono rimasto colpito dal primo esperimento della “soluzione albanese”, quella inventata dal governo Meloni per affrontare – o almeno cominciare a risolvere – il problema delle migrazioni.
Un gruppetto di studenti albanesi aspettava lo sbarco dei primi 16 migranti nelle strutture che l’Italia ha costruito per loro in Albania. Lo striscione di questi ragazzi mi ha creato ammirazione da un lato e tremenda tristezza dall’altro. “Il sogno dell’Europa finisce qui”. Il messaggio è un capolavoro di comunicazione, perché sintetizza la delusione di questi ragazzi per un’Unione Europea, alla quale vorrebbero aderire, perché la consideravano la patria della democrazia e dei diritti umani.
Invece Giorgia Meloni, e persino Ursula von der Leyen, manifestano soddisfazione e felicità non solo perché la montagna – l’emigrazione – ha partorito il topolino – la “soluzione albanese” – ma anche perché c’è il fondato sospetto che ciò accada per poter meglio limitare i diritti dei richiedenti asilo. Non siamo ancora al livello dei servizi segreti americani, che rimandavano persone accusate di terrorismo nei paesi d’origine, perché potessero essere torturate e magari eliminate, però l’idea di “esternalizzare” il problema, pur essendo sicuramente un mito, può essere sempre pericolosa.
Cari ragazzi, l’Italia è ancora un paese con una magistratura indipendente e non è possibile impedire i ricorsi dei migranti, anche quelli che saranno in Albania, contro le decisioni di respingimento o rimpatrio. E sappiamo come la pensa la magistratura italiana, perché ce lo ha detto varie volte.
Tiziana Panella (Tagadà, La7) ha chiesto al prof. Sabino Cassese, che conosco molto bene, cosa pensasse dei 28 giorni prescritti per l’adempimento alle procedure di accertamento del diritto di asilo o rimpatrio. Sorridendo, il professore ha ironizzato: “Speriamo di farcela”. Ma se ci saranno ricorsi alla magistratura, il sorriso del professore diventerà una irrefrenabile risata.
Non mi meraviglia che la “soluzione albanese” non funzioni, mi meraviglia che molti italiani forse ci credano, nonostante che dei 16 migranti, 5 siano già tornati in Italia, con ulteriori spese a carico dei cittadini, perché o minori, o a rischio per malattie. Quindi il meccanismo non funziona, perché sarebbe stato meglio fare questi accertamenti prima di un’inutile “vacanza” in Albania.
Come tutti sanno, odio ripetere quello che sta scritto su tutti i giornali: sui costi della “soluzione albanese”, il numero limitato di persone che può accogliere, i rischi per i loro diritti, ecc. Due cose mi fanno sorridere, ma dovrebbero fare arrabbiare.
Il personale di polizia, mediatori culturali, medici e psicologi, che dicono di aver schierato nei centri albanesi, pongono quei pochi migranti addirittura in una situazione di privilegio rispetto agli abitanti delle carceri italiane, che invece sono nella drammatica situazione che questo periodico denuncia tutti i giorni. Ma ciò che dimostra l’ignoranza dei nostri governanti è il problema dei rimpatri. In questi giorni hanno scoperto una rete che organizzava viaggi con un regolare sito internet e tariffe diversificate secondo il “comfort” del viaggio. Ma questi sono soltanto i piccoli pusher di Tor Bella Monaca: chiunque conosca i paesi del Mediterraneo, come Egitto, Tunisia e Libia, chi ci ha lavorato davvero come me, sa che non partirebbe neppure un kayak dai loro porti senza la complicità attiva di politici o funzionari pubblici molto importanti. Quando paghiamo i governi di questi paesi perché non facciano partire i migranti, paghiamo due volte, perché i veri trafficanti prendono soldi dai cittadini italiani per trattenere i migranti e i pusher continuano a prenderli da ciascun migrante.
Molti continuano a dire che la “soluzione albanese” è solo propaganda, ma troppe cose in questo governo cominciano a essere smascherate come sole promesse elettorali: fermiamo i migranti, assicureremo la sicurezza nelle strade, sgombereremo i palazzi occupati, aiuteremo le famiglie, garantiremo l’autonomia a molte regioni ricche, ecc.
Sto solo aspettando, come molti altri italiani, che i flop di Giorgia Meloni facciano del governo di destra un fuoco di paglia, come è stato per Renzi e per il Movimento 5 Stelle.