a cura di

Rodolfo Ruocco

Giorgetti tifa per una Repubblica Draghi-Lega

Giorgetti è uscito allo scoperto, spinge per una Repubblica presidenziale targata Draghi-Lega. Giancarlo Giorgetti tenta la mossa: eleggere Mario Draghi presidente della Repubblica il prossimo febbraio, quindi aprire le urne per le elezioni politiche anticipate. Il vice segretario della Lega e ministro dello Sviluppo economico ha sparato la bomba in una intervista a La Stampa: «L’interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi vince». Giorgetti pensa in grande: «Draghi diventerebbe il nuovo de Gaulle».

Traduzione: Draghi come Charles de Gaulle dovrebbe avere poteri ampi, quelli di una Repubblica presidenziale. Cioè dovrebbe esercitare poteri di governo e non di semplice rappresentante dell’unità nazionale e di garante della Costituzione. Certo gli ostacoli da superare sono molti: Draghi è un tecnico, un economista. Gode di un grande prestigio internazionale in Europa e negli Stati Uniti ma non ha una autonoma forza politica. Non guida e non è iscritto ad alcun partito. La Lega, si presume, metterebbe i suoi voti a disposizione dell’operazione.

Ma sono tanti gli ostacoli, anche dall’interno del Carroccio. Matteo Salvini, un tempo avversario bellicoso del presidente del Consiglio, non ha nascosto la sua stizza mettendo sullo stesso piano il numero due della Lega e il segretario del Pd: «Fossi in Draghi sarei irritato per come lo tirano per la giacca Letta e Giorgetti».

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