Un’altra sconfitta dello Stato di diritto. Ancora un omicidio di Stato. Questa volta a Teramo, dove un detenuto giovanissimo ha deciso di farla finita impiccandosi nella sua cella, nel giorno del suo compleanno. Siamo di fronte ad una strage infinita. Mi chiedo a quante altre tragedie ‘annunciate’, perché di questo si tratta, dobbiamo assistere, prima che si intervenga il Governo sulle condizioni disumane degli istituti di pena. Ad oggi il senso di impotenza, è per me devastante. La Casa Circondariale di Castrogno persiste una situazione che definire critica è solo un eufemismo: sovraffollamento, eccessivo uso di psicofarmaci, problemi legati alle visite specialistiche dell’Asl e ovviamente agenti in sottorganico. Questa purtroppo è la realtà di quasi tutti gli istituti di pena. Un drammatico filo rosso unisce tutte le nostre carceri: le disumane condizioni di vita che riguardano tutti, detenuti e agenti, in perenne sottorganico. Una situazione che non si risolve con nuove fattispecie di reato, come fa questo governo o con continue strette securitarie, ma con un lavoro prima di tutto culturale.
Bisogna far uscire dal regime di detenzione chi è affetto da malattie psichiatriche, i tossicodipendenti, che dovrebbero essere seguiti in altre strutture più idonee e tutti coloro che sono in carcere per scontare i cosiddetti reati minori e che potrebbero usufruire delle misure alternative. Le carceri devono essere svuotate, non riempite. Lo stato di diritto perde un’altra volta e ha sulla coscienza una nuova vittima. Questo suicidio è frutto della totale indifferenza di questo Governo, che invece di dare un sostegno vengono letteralmente abbandonati in luoghi che tutto fanno fuorchè produrre percorsi riabilitativi e in condizioni igienico sanitarie da terzo mondo. Siamo indignati e continuiamo a chiedere alle istituzioni di intervenire immediatamente.
Mi permetto di aggiungere una sola cosa: se un giovane, con problematiche accertate psichiatriche, sordomuto, nel giorno del suo compleanno decide di fare un gesto così estremo, certamente le sue urla di disperazione non sono state ascoltate da nessuno, ora lavatevi la coscienza.
Foto di apertura di Tamara Gore su Unsplash