Intorno al 2000 a.C., un impatto cosmico può avere scatenato un’apocalisse sulla costa settentrionale del Golfo Persico e nel suo entroterra, che erano disseminati di città e villaggi. Gli abitanti di quelle terre erano per la maggior parte Sumeri e per il resto Accadi.

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I Sumeri erano un popolo appartenente al ceppo linguistico indoeuropeo. Essi chiamavano il loro paese Ki-en-gi. Gli Accadi, invece, erano di stirpe semitica. Erano principalmente diffusi nel nord e nel centro dell’Iraq, e chiamavano il sud dell’Iraq Šumer (si pronuncia Shumer). Molto tempo dopo che i Sumeri e gli Accadi erano usciti di scena, Ki-en-gi/Šumer fu chiamato Mesopotamia meridionale, dal nome MESÓS POTAMÓS, “Terra fra i fiumi”, che era stato dato dai Greci alla regione percorsa dal Tigri, dall’Eufrate e dai loro affluenti.

Gli archeologi hanno dimostrato che i Sumeri inventarono la scrittura cuneiforme sullo scorcio del IV millennio a.C., più o meno nello stesso periodo in cui gli Egizi inventavano la scrittura geroglifica. Da quei bravi agricoltori che erano, essi trasformarono in una campagna ben irrigata e prodiga di raccolti una regione che era da poco emersa dalle acque a causa dell’avanzamento della linea di costa. Con ogni probabilità, quel popolo era immigrato, perché in depositi sottostanti alle prime testimonianze che li riguardano sono stati trovati toponimi e nomi di persona che appartengono a una lingua non indoeuropea, associati ad altre testimonianze. Le “altre testimonianze” lasciano intuire che i predecessori dei Sumeri erano già passati dalla società tribale a un’organizzazione sociale più complessa, la città-stato, governata da un re. Uno dei toponimi considerati sopra, infatti, è Eridu e identifica la città più antica del mondo e la culla della regalità mesopotamica. Dove collocare la zona d’origine dei Sumeri? Per qualcuno, andrebbe cercata nelle regioni attorno al Mar Nero, per qualcun altro nell’altopiano iranico, se non addirittura più a est. Pure l’origine degli Accadi è incerta: sembra che questo popolo si sia stabilito in Mesopotamia intorno al 2600 a.C., provenendo dal Deserto Arabico o dal nord dei Monti Zagros. I Sumeri e gli Accadi erano popoli distinti, ma simili, nel senso che appartenevano alla stessa civiltà, alla cui formazione avevano concorso alla pari.

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Grazie alle fonti scritte in alfabeto cuneiforme e ai ritrovamenti archeologici associati, è oggi possibile seguire l’evoluzione della Civiltà Sumero-Accadica in tutte le sue fasi: Protodinastico, Impero Accadico, Dominazione Gutea, III Dinastia di Ur. Il Periodo Protodinastico vide le città-stato dei Sumeri guerreggiare fra loro per i motivi più diversi fino a quando il re di Uruk riuscì a estendere la propria sovranità a tutto il Paese di Šumer. Intorno al 2350 a.C. quel re fu definitivamente sconfitto in guerra da un altro re, che non era sumero come lui, ma accade. È allora che l’ethnos accadico divenne dominante e che il Regno di Šumer si trasformò nel Regno di Šumer e Akkad, che aveva come capitale Akkad.

Akkad, o Agade, è un sito di localizzazione incerta; secondo alcuni, andrebbe cercato vicino alla moderna città di Baghdad.

Il fondatore del Regno di Šumer e Akkad si chiamava Sargon (Sargon I, Sargon Il Grande) ed era un conquistatore. Egli estese la propria sovranità a tutte le terre comprese fra le rive settentrionali del Golfo Persico, i Monti Zagros, la catena dei Tauro e il Mare Mediterraneo, pertanto non solo a tutta la Mesopotamia, ma anche alla Susiana (moderno Khuzistan), alla Siria interna e al Levante meridionale. L’insieme dei suoi domini è oggi considerato come il primo Impero Universale della Storia. L’Impero Accadico fu governato da un’unica dinastia, quella di Sargon e dei suoi discendenti. Intorno al 2150 a.C. crollò sotto l’urto di un’invasione straniera. Gli invasori provenivano dall’altopiano iranico, si chiamavano Gutei ed erano pastori nomadi. Non sapevano come si fa a governare uno Stato centralizzato e finirono per riconoscere alle città-sumere margini crescenti di autonomia. Una di quelle città era Lagash ed era governata da Gudea, un personaggio di grande spessore, pacificatore e costruttore di templi.

Ad un certo momento le città sumere si ribellarono e, sotto la guida del re di Uruk, riuscirono a riconquistare la libertà. In seguito, venuta meno l’egemonia di Uruk, Ur-Nammu, re di Ur, fondò un Impero, che abbracciava la Mesopotamia meridionale e la Susiana, ma includeva nella propria sfera d’influenza anche il resto della Mesopotamia, nonché la Siria interna. Sotto i regni di Ur Nammu e dei suoi successori (III Dinastia di Ur), la cultura dei Sumeri fu recuperata e toccò l’apice della propria traiettoria vitale, tanto che questo periodo è oggi chiamato Rinascimento Sumero. In principio l’Impero di Ur fu grande e magnifico; lo dimostrano i ruderi di molti templi e palazzi dell’Iraq meridionale, fra cui la ziqqurat (piramide a gradoni) di Ur. In seguito andò in crisi e si contrasse via via fino a trasformarsi nel Regno di Ur, che abbracciava solo la città di Ur e il territorio circostante. Una delle cause della crisi fu la crescente infiltrazione di gruppi semitici dal nord. Per tentare di rimuoverla, uno dei sovrani di Ur fece costruire un lungo muro attraverso il bassopiano mesopotamico.

Si giunse così al 2004 a.C., data tradizionalmente indicata come quella del definitivo tracollo della III Dinastia di Ur. La causa del collasso viene di solito individuata in un’invasione straniera. Gli invasori erano gli Elamiti, nemici storici dei Sumeri. Calarono in massa dall’altopiano iranico insieme con i loro alleati, presero Ur e rovesciarono dal trono il sovrano locale. Ur fu saccheggiata e incendiata. Il perimento di questa città segnò la fine di un’epoca e della stessa Civiltà Sumero-Accadica. Nel 2001, questa versione dei fatti è stata messa in dubbio dalla scoperta di un’ampia depressione dai margini sopraelevati, avvenuta a Umm al-Binni, una località situata nell’estremo sud dell’Iraq. La struttura geologica considerata è emersa dal terreno sotto la dittatura di Saddam Hussein, in occasione del prosciugamento di una vasta palude. Secondo il suo scopritore, Sharad Master, un geologo dell’Università di Witwatersrand a Joannesburg (Sudafrica), potrebbe trattarsi di un cratere d’impatto ed essersi formata fra quattromila e mille anni fa.

La caduta di Ur, lo ricordiamo, sarebbe avvenuta nel 2004 a.C. Non si può perciò escludere che il cratere di Umm al-Binn si sia formato negli stessi anni della caduta di Ur. Se così fosse, la vera causa di quell’evento non sarebbe stata un’invasione militare straniera, ma andrebbe ravvisata negli effetti catastrofici dell’impatto con la superficie terrestre di un grosso meteorite.

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L’impatto avvenne in mare, perché allora Umm al-Binni era un punto del fondale marino nel nord del Golfo Persico; ed ebbe le stesse conseguenze meccaniche e radioattive dello scoppio di una bomba atomica. Innanzitutto vi furono forti scosse di terremoto e una tsunami; quest’ultima si riversò sulle coste della Mesopotamia meridionale, sommergendole.

Intanto una enorme colonna di vapore, gas, ceneri e polveri di roccia frantumata si sollevava in cielo fino a grande altezza. Nelle ore successive le polveri ricaddero al suolo, ricoprendolo come un sudario. Intanto il clima si inaridiva, la siccità trasformava i campi coltivati in distese di sabbia e la furia del vento sollevava grandi polveroni. È possibile, ma non sappiamo quanto probabile, che le polveri cadute al suolo fossero radioattive e che abbiano avvelenato le acque e le piante, e abbiano ucciso gli animali e gli uomini contaminati, o li abbiano fatti ammalare gravemente. In tal caso, le donne incinte che erano state esposte alle radiazioni avrebbero partorito creature deformi. La sopravvenuta sterilità dei campi e il peggioramento del clima avrebbe rovinato l’economia agricola e causato la carestia. La mancanza di cibo e le malattie avrebbero indebolito la popolazione, che, proprio per questo, non sarebbe stata in grado di resistere efficacemente agli invasori stranieri. È bene sottolineare che non possiamo dire che tutto questo sia avvenuto veramente. Al tempo stesso va detto che lo scorcio del III millennio a.C. fu connotato da una misteriosa serie di disastri anche in tutta l’area che abbraccia la regione egeo-anatolica, la Siria interna, il Levante meridionale e l’Egitto. Di queste altre catastrofi si ha un’evidenza archeologica e parla la Bibbia con riferimento all’Apocalisse di Sodoma e Gomorra.

Il cratere di Umm al-Binni fa pensare che una parte della verità storica possa non essere venuta ancora a galla e che ci si possa trovare davanti a un mistero del passato che si proietta come un’ombra sull’avvenire del Pianeta. La vera causa del collasso della Civiltà Sumero-Accadica può essere stata qualcosa di imprevedibile e di sconvolgente, un evento raro, ma non unico. Qualcosa di simile si era già verificato più volte: lo dimostrano i molti crateri d’impatto individuati sulla superficie terrestre. Un evento con cui l’Umanità potrebbe dovere fare i conti di nuovo e segnare il suo destino.