Quest’estate un anziano allevatore di bestiame, seduto all’ombra di un gelso, mi diceva «anche se hai vaccinato tutta la stalla, non puoi star sicuro quando il morbo si diffonde nel caso che in tanti non abbiano vaccinato le loro bestie. Infatti, se un capo ha un problema, il veterinario non ha tempo e si perde un animale che si sarebbe potuto salvare», aggiungeva poi seriamente «mi sa tanto che per noi adesso è lo stesso».
Parole di profonda saggezza antica che mi hanno spinto a riflettere sulla mortalità indiretta causata dal Covid. Mi ero sempre preoccupato del numero dei non vaccinati come fonte di contagio o bacino di incubazione di nuove varianti, ma questo non è il solo impatto.
Mi sono messo alla ricerca ed ho trovato: «Secondo una recente analisi delle attività svolta da AGENAS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) in tempo di pandemia, emerge nel 2020 la diminuzione di circa il 30% dei volumi dei tre screening (cervicale pari a -32,20%, mammografico, -30,32% e colon rettale, pari a -34,70%) e una diminuzione dei volumi di attività degli interventi chirurgici per tumore che varia dal 20% al 24% al 30%: per tumore alla mammella -22,05%, per tumore alla prostata -24,02%, per tumore al colon -32,64%, per tumore al retto -13,86%, per tumore al polmone -18,25%, per tumore all’utero -13,84%, per melanoma -21,47%, per tumore alla tiroide -31,23%»
Questo per il solo campo oncologico, ma ci sono dati altrettanto gravi per altri settori della medicina.
Telefono, dunque, ad un amico primario di oncologia che mi conferma i dati e mi dice che nel suo ramo di specializzazione, il tumore al seno, si è ritornati agli anni 90 e che donne che si sarebbero potute trattare “con buone speranze di successo” nel 2019, nel 2021 correvano seri rischi. Chiudeva la chiamata dicendomi «ma secondo te, il diritto di qualcuno di non vaccinarsi può ledere quello di qualcun altro ad accedere ad analisi/cure salva vita?»
La scelta di non vaccinarsi comporta un aumento dei casi di Covid, la saturazione delle strutture sanitarie ed induce nel tempo un aumento di mortalità apparentemente non correlata al Covid.
Ferma restando l’assoluta libertà di non vaccinarsi andrebbe però anche affermata la libertà per i vaccinati (oltre l’80% dei cittadini) di avere cure mediche adeguate e senza aggravio di costi. Nel corso degli ultimi due anni è aumentato il ricorso alle cure mediche private finanziate direttamente dai cittadini anche con il ricorso all’indebitamento per cercare di ottenere quell’assistenza prima offerta dal Servizio Sanitario nazionale.
Si fanno molti meritori sforzi per indurre le persone a vaccinarsi e a tenere comportamenti responsabili, ma quando i gruppi diventano piccoli (tribù) le armi della persuasione sono spuntate:
- nelle tribù si crea un effetto autoreferenzialità per cui i fatti sono sostituiti dalle opinioni (credenze) che diventano valori fondanti della tribù stessa. Qualsiasi cosa possa ledere queste credenze è una minaccia da combattere, percepita come un reale pericolo per ciascun singolo componente. Da ciò le aggressive risposte viscerali, che fanno audience sui media. Queste persone si sentono realmente messe in pericolo e le reazioni, ad esempio quelli che strappano i caschi per respirare e minacciano chi vorrebbe curarli, derivano da una ferrea logica intrinseca legata alla appartenenza al gruppo chiuso. Il mondo viene diviso in noi (buoni, intelligenti e perseguitati) e loro (falsi, cattivi, stupidi, asserviti a Big Pharma etc. etc.). I valori del gruppo sono aggreganti e superano il resto. I membri argomentano in perfetta buona fede le loro tesi (credenze). Se laureati in materie scientifiche magari in modo strutturato con quelle che ritengono argomentazioni scientifiche. Don Ferrante, di manzoniana memoria, avendo negando con argomentazioni scientificamente inoppugnabili (almeno per lui) l’esistenza della peste, ne moriva imputando il suo malessere ad una sfavorevole congiunzione astrale. Si ha a che fare con una razionale irrazionalità. Nihil sub sole novi;
- i media fanno disinformazione consentendo ai No vax un eccesso di esposizione mediatica perché la loro aggressività genera audience;
- i No vax appaiono forti perché viene loro concesso “un microfono” in contesti qualificanti, ad esempio contrapponendoli a virologhi di conclamata fama, che poco saggiamente accettano il confronto;
- politici populisti di destra e sinistra fanno da sponda ai No vax perché interessati a quel potenziale 10% che potrebbe cambiare l’esito delle prossime elezioni. Si pensi a quelli che si sono vaccinati alla chetichella, nicchiando addirittura sulla loro vaccinazione, pur di non allontanare questi potenziali elettori. Un atteggiamento irresponsabile, ma le elezioni van pur vinte!
Le armi della persuasione hanno, in questa fase, una efficacia marginale e devono essere integrate con una azione politica che preveda la priorità di accesso alle cure per i vaccinati ed introduca il pagamento integrale del costo dei trattamenti per i non vaccinati.
Gli oneri imposti da meno di un sesto della popolazione a tutta la collettività sono oltremodo fuori misura ed inaccettabili.
Il costo della libertà del singolo non può ricadere sulla collettività.