Qualcuno veramente pensa che la guerra civile in Sudan, i conflitti in Pakistan, le crescenti tensioni USA-Cina, l’insofferenza in Sud America non siano figli, più o meno legittimi, della posizione dell’Occidente (USA e UE) nei confronti della Russia per la guerra con l’Ucraina?
Perché siamo solo all’inizio di una radicalizzazione dei rapporti internazionali destinati a ispessirsi se non sarà interrotta la spirale che fomenta la spaccatura del Mondo in due blocchi intercontinentali contrapposti, economicamente, finanziariamente e commercialmente. Hai voglia a sostenere che Brasile, Sud Africa e India sono legati a doppio filo con USA e Regno Unito, che Messico e Paesi caraibici del Sud America non tradiranno mai chi li ha sfamati per un secolo. Perché il Venezuela spaccia per proprio il petrolio russo, vendendolo a mezzo mondo; Cina, India, Brasile e Stati Arabi (Siria Iran ma anche RAU ed Emirati) non abbandonano l’“equidistanza” dalla Russia. Appena l’Ucraina entrerà nella NATO, la Korea del Nord riceverà testate nucleari e Formosa/Taiwan diverrà il successivo teatro di tensione. Gli analisti sono ormai convinti che quella di Putin è una scelta che non contempla alternative al successo, accettano invece di discutere sul limite minimo di questo successo perché possa potersi dichiarare soddisfatto. A complicare lo scenario la crescente adesione dei Russi alla narrazione di Madre Russia accerchiata dall’Occidente, impegnato a soffocarne ideali, cultura e aspirazioni.
Sul piano militare la situazione è in stallo però la Russia reagisce in modo massiccio ad ogni attacco sul suo suolo, limitando la quotidianità bellica alle aree che vuole annettere o trasformare cuscinetto.
Le sanzioni economiche non hanno inciso sul sistema economico-finanziario Russo (né Cinese) ma infastidito gli oligarchi, che si sono rifugiati in Montenegro e Croazia per spendere i loro soldi, e impoverito le classi medie e basse, le quali sembrano sempre più indispettite verso l’Occidente al punto da stringersi intorno al loro Governo. In Russia Mc Donald ha chiuso tutti i suoi negozi e in meno di una settimana i suoi vecchi punti vendita hanno riaperto come hamburgherie FKUZNA ITOCHKA (“Buono, Punto e Basta”) e sono piene. La gente non cambia abitudini piacevoli così se una catena commerciale di successo si ritira, il Mercato Globale lo rimpiazza in un battibaleno.
Nel 1989, dopo circa 40 anni, finì la Guerra Fredda e il Globo si ricompose, consentendo alla Globalizzazione di affermarsi. Questa ci ha mostrato quanto può essere utile (e dannosa) grazie (o causa) l’interconnessione totale su cui poggia. Il che suggerisce che se le sanzioni non funzionano, come ci si aspettava e augurava, è perché l’interconnessione tra Nazioni e rispettivi sistemi economici resiste. La ricerca di via traverse tortuose e aggiramenti fantasiosi è intensa a tutti i livelli: alla base ci sono esigenze di vita che la Globalizzazione è in grado di soddisfare come nient’altro mentre i meccanismi compensativi creano debito e innescano inflazione (il PNRR ne è prova diretta).
Ricette non sembrano esserci, si sente invece terribilmente la mancanza dell’UE al centro della diplomazia internazionale nella ricerca della pace, con ogni mezzo e in ogni modo. Per questa pace tutti dovranno essere disposti a pagare un prezzo, la Russia per prima, quello dell’Occidente è il dovere di un’intinta nell’umiltà.
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