La disciplina dell’architettura è fondamentale per ideare e costruire le condizioni dell’abitare, ma adeguandosi alle trasformazioni del vivere umano assume un ruolo determinante anche per contribuire alle tematiche della sostenibilità, e per strutturare soluzioni utili a contrastare il cambiamento climatico.

La responsabilità nei confronti del pianeta e della nostra stessa sopravvivenza impone nuove urgenti politiche ambientali che abbiano effetto immediato ma siano durevoli, e siano applicabili dal singolo edificio alla scala territoriale. Secondo il paesaggista belga Bas Smets è indispensabile che i geologi e i meteorologi lavorino insieme e che l’urbanistica venga considerata come l’orizzonte in cui queste due forze si incontrano.

Resilienza è ormai la parola chiave.

Quando progettiamo nuovi edifici dobbiamo pensarli e strutturarli pronti al cambiamento, resilienti appunto ai frequenti fenomeni atmosferici violenti come le bombe d’acqua o all’intensificata forza del vento. Gli architetti e gli strutturisti dovranno innovare gli ancoraggi, innalzare gli standard delle manutenzioni, gli urbanisti saranno costretti a ridimensionare i sistemi viari e fognari.

Lago d’Iseo 2023 Marzo – Foto dell’autrice

Non possiamo modificare le precipitazioni che investono il territorio, ma possiamo essere in grado di modificare i modi del deflusso delle acque e prevederne il contenimento, e dobbiamo saper gestire le ingenti quantità di acqua che possono cadere in breve tempo al suolo. Possiamo dunque progettare i sistemi per gestire nell’ordine il deflusso delle acque meteoriche, il recupero delle stesse come risorsa preziosa, l’immissione delle acque in eccedenza nei canali superficiali già esistenti. Dal punto di vista progettuale il primo problema da affrontare è il deflusso delle acque meteoriche che vanno ad immettersi nel sistema fognario urbano. Le attuali canalizzazioni non sono mai dimensionate per le portate di acqua eccezionali degli attuali eventi violenti del clima tropicalizzato. Ma esistono tecnologie che permettono di riprogettare in modo “permeabile“ il territorio, il che significa renderlo in grado di affrontare le emergenze idriche improvvise utilizzando ad esempio calcestruzzi drenanti o pavimentazioni a verde stabilizzato per grandi aree asfaltate (grandi parcheggi di centri commerciali o piazzali aziendali), riconvertendole in aree drenanti che permettano di assorbire direttamente nel suolo grandi quantità d’acqua.

Lago d’Iseo 2023 Giugno – Foto dell’autrice

Utilizzando su varie superfici (ad esempio spazi verdi a fianco di strade, piste ciclabili, interni di rotatorie o svincoli, aiuole spartitraffico) uno strato di terreno organico rinverdito si assicurerebbe inoltre una buona depurazione delle acque meteoriche. In aree più estese come giardini o parchi pubblici si potrebbero progettare bacini d’infiltrazione più profondi con la stessa tecnologia a verde prevedendo aree che in caso di necessità possano fungere da bacini di allagamento, con l’acqua lentamente drenata in seguito dal terreno. I nuovi PUG, Piani Urbanistici Generali, prendono in considerazione come temi fondamentali l’identificazione di aree alluvionabili o casse di colmata in caso di piena dei fiumi, e punti in cui si possono rompere strategicamente gli argini per non rischiare che l’acqua arrivi nei centri abitati. Dobbiamo crescere in consapevolezza, dobbiamo agire con atteggiamento più responsabile riguardo alla cura del suolo, dobbiamo agire più virtuosamente. Le coscienze sempre più sensibili si preoccupano anche delle ricadute sui valori degli immobili nel tempo.

Gli atteggiamenti di salvaguardia si misureranno anche in benefici economici, e il mercato premierà con le valutazioni degli affitti o delle vendite le iniziative territoriali.

P.S. Le foto allegate rappresentano due fasi del lago d’Iseo quest’anno: in condizioni di mancanza di pioggia da 4 mesi (2023 Marzo) e in Giugno 2023 dopo molte precipitazioni.

 

Foto di apertura di Hermann Traub da Pixabay