Natale Barca ha scritto un nuovo libro di storia romana intitolato Before Augustus. Il volume è in inglese e tratta gli ultimi anni della Repubblica, prima della vittoria di Ottaviano e l’arrivo della “Pax Augustea”. Pubblichiamo una recensione del volume già uscita su Sfoglia Roma.
La Res pubblica si salvò per un soffio. Natale Barca dà alle stampe un nuovo libro sulla storia romana. Lo pubblica in lingua inglese negli Stati Uniti e nel Regno Unito con il titolo: Before Augustus. The Collapse of the Roman Republic. Ovvero: Prima di Augusto. Il collasso della Repubblica Romana. Il libro, editore Casemate Publishers, è denso, chiaro, documentatissimo. Ha una ricchissima bibliografia, si legge d’un fiato, come un avvincente romanzo.
Questa volta Barca si sofferma sui 30 anni finali della Res publica, quelli cruciali che vanno dal 60 (primo Triunvirato Cesare, Pompeo, Crasso) al 27 avanti Cristo (fine della Repubblica e nascita del Principato di Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto). Cento anni di guerre civili e cento anni di guerre esterne portarono la Repubblica Romana a un soffio dalla disintegrazione.
Roma visse un mare di sangue e di violenze. Prima le guerre sociali con l’uccisione dei fratelli Gracchi da parte dell’oligarchia latifondista senatoria. Barca scrive: «La lunga notte della res publica iniziò con l’ingresso dei pugnali nel Foro», cioè con l’assassinio e le calunnie contro i due tribuni della plebe autori di una rivoluzionaria riforma agraria per la redistribuzione delle terre in favore dei nullatenenti. Poi seguirono tre guerre civili tra gli ottimati e i popolari: Mario contro Silla, Cesare contro Pompeo, Ottaviano contro Marco Antonio.
Barca, scrivendo con il presente storico, parla di tutto: intrighi politici, guerre, grandi imprese, omicidi politici, consoli, Senato, assemblee popolari. Mette a fuoco l’assetto politico della Repubblica Romana dopo la cacciata dei re: Roma è «una res publica, un intreccio di monarchia, oligarchia e democrazia». Ma chi comandava era l’aristocrazia senatoria e i plebei ricchi, i cosiddetti cavalieri, la borghesia finanziaria e imprenditoriale. Before Augustus descrive situazioni molto simili alla politica di oggi.
In realtà, precisa l’autore, diventava console, pretore, edile, questore, tribuno della plebe, tribuno militare solo chi disponeva di grandi capitali: «Un plebeo di basso ceto non potrà mai sostenere le spese della campagna elettorale che sono elevate».
Centrale è la figura di Gaio Giulio Cesare: 5 volte console, conquistatore della Gallia, terrore dei Germani, degli Elvezi e dei Britanni. Grande statista e scrittore, oratore giudiziario, dittatore ucciso nel 44 avanti Cristo da un gruppo di congiurati nel Senato con l’accusa di attentare alle libertà repubblicane e di voler diventare re. Barca ne dà anche una descrizione fisica; alto, coraggioso fino all’audacia, «gode ottima salute, cura l’igiene e l’estetica personali, si rade la barba, si depila, tiene le unghie in ordine bada che il fiato non sia sgradevole. Qualcuno lo prende in giro per questo, ma lui non se ne cura». Affascina le donne, è «un uomo vanitoso, ma con misura». Gira la voce che Marco Giunio Bruto, uno dei capi dei suoi congiurati, fosse in realtà un suo figlio naturale, ma Barca osserva: «Questa diceria non convince. Nell’85, Cesare aveva 15 o 16 anni».
Cesare massacrò sui campi di battaglia centinaia di migliaia di Galli, Germani, Elvezi, Iberi. Barca spiega: il condottiero voleva «più oro, più argento e più gloria, da spendere poi sul terreno della politica» a Roma contro il Senato e Gneo Pompeo il Grande. Ma quando passa il Rubicone e conquista Roma è generoso: non infierisce sugli avversari pompeiani, nessuna violenza, nessuna confisca di beni. Ma si appropria del Tesoro dello Stato custodito nel Tempio di Saturno nel Foro: «Cesare scardina quel forziere e si appropria di quindicimila lingotti d’oro, trentamila lingotti d’argento e trenta milioni di sesterzi in contanti. S’impegna a restituirli e versa come pegno l’intero bottino accumulato nella Guerra Gallica». Quel denaro gli serve per sconfiggere Pompeo e i pompeiani in ripetute battaglie.
Before Augustus parla di piccoli e grandi protagonisti delle guerre civili: Cicerone, Catilina, Marco Agrippa, Messalla, Catone l’Uticense, Cassio, Bruto, Metello Celere, Domizio Enobarbo, Labieno, Calpurnio Pisone, Lutezio Catulo, Sartorio, Lepido. C’è anche Clodia Pulcra, aristocratica, sorella di Publio Claudio Clodio, violento tribuno della plebe lesto di mano. È una donna bella, colta, dai facili costumi, spregiudicata in amore e negli affari finanziari e immobiliari nel Palatino: «Metello sarebbe stato avvelenato dalla moglie Clodia, che voleva liberarsi di lui per fare più ampio spazio al proprio amante del momento, il poeta ventottenne Gaio Valerio Catullo».
La Pax Augustea è imposta da Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto nel 27 avanti Cristo, dopo aver sconfitto Marco Antonio e Cleopatra VII, regina d’Egitto e sua bellissima amante. Ottaviano, pronipote di Cesare, è adottato nel 44 avanti Cristo e diventa l’erede politico del dittatore. Liquida la Res publica e fonda il Principato, assume poteri assoluti rispettando formalmente le vecchie istituzioni repubblicane per non rischiare, come aveva fatto Cesare, le ire dei senatori. Il Senato lo chiamerà Augusto «colui che accresce la ricchezza».
Così Roma passa dalla Repubblica all’Impero. Ottaviano è un uomo freddo. Cleopatra tenta «di usare nei confronti di Ottaviano l’arma segreta che le ha permesso di prevalere su Cesare e Antonio. Tenta di sedurlo, ma Ottaviano la tratta con freddezza e le dice che la condurrà a Roma per ornare il proprio trionfo». La regina comprende la totale sconfitta e si suicida, sembra con un morso di un aspide. Qualche giorno dopo è ucciso Cesarione, sembra su ordine di Ottaviano. Il figlio di Cesare e Cleopatra, seppur erede illegittimo, poteva costituire un problema per il fondatore del Principato.
Ottaviano resta un anno in Egitto. Barca osserva: «Si propone dinanzi al popolo come l’erede degli antichi faraoni…diviene così re dell’Egitto e incomincia ad essere venerato come un dio, in diversi templi a lui dedicati». La divinizzazione aiuta l’istaurazione del potere assoluto di Augusto in Egitto e successivamente sarà esportata anche a Roma per i futuri imperatori.
Per adesso c’è solo la versione in inglese di Before Augustus. La scommessa e la speranza è del rapido arrivo anche di una edizione italiana sempre con lo stesso titolo: Prima di Augusto.