Ogni anno, ad aprile, in occasione del compleanno del famoso artista Leonardo Da Vinci (il 15 aprile), persone in diversi paesi celebrano la Giornata Mondiale dell’Arte. L’arte ha il potere non solo di portare bellezza, può ispirare, guarire, unire e connettere le persone anche nelle circostanze più difficili. Aiuta a sopravvivere durante le guerre e le crisi della vita. In questo numero di aprile, “Voici da Kiev” è interamente dedicato all’arte.
Iryna Medved
Provateci a cantare soltanto una riga „nič jaka misiačna, zoriana, jasnaja…“(Notte di luna, stellata e chiara…) e nove ucraini su dieci continueranno „…vydno, choč holky zbyrai“(…i spilli potrei raccattar), e fra di loro ci saranno anche quelli, che non parlano per niente ucraino! E se poi chiederete chi son
o gli autori della musica e parole, sempre nove persone su dieci risponderanno, che è una canzone folk. Non avranno tutti i torti, con questa canzone molte generazioni degli ucraini s’innamorarono, si dichiararono, si unirono nei matrimoni o nutrirono la nostalgia dei vecchi amori del passato. Ma gli autori sono ben conosciuti. Le parole appartengono a Mychailo Starytskij e la musica è stata scritta da Mykola Lysenko. Questo articolo io vorrei dedicare proprio a Starytskij, perché fra non molto, precisamente 27 aprile, ricorreranno 120 anni dalla sua scomparsa. Ma non potrò evitare di parlare anche di Lysenko, i destini di quei due corifei della cultura ucraina si sono intrecciati in modo indissolubile.
Mychailo Starytskij nacque 14 dicembre 1840 in un villaggio della regione di Poltava (attualmente appartiene alla regione di Čerkasy). Proviamo con la forza del pensiero a traspostarci in quei tempi. È già passato qualche anno dalla morte di Ivan Kotliarevskij, e anche di quella di Puškin è fra un anno scomparirà Lermontov e Ogariov, e più avanti anche Krylov. Adam Mitskevyč è già scappato dalle persecuzioni e insegna a Parigi la letteratura slava. Heinrich Heine ormai è famoso grazie al suo Libro dei canti. Le opere di tutti questi ed altri autori al suo tempo saranno tradotti in ucraino da Mychailo Starytskyj. Taras Ševčenko in quei anni per i suoi quadri riceve le prime medaglie da
parte dell’Accademia delle belle arti di San Pietroburgo. E Mykola Gogol dopo aver passato qualche anno in quella stessa città, intraprende il viaggio per Europa e in Italia inizia a lavorare sulle «Anime morte». Alla nascita di Ivan Franko e Lesia Ukrainka mancano ancora decenni.
La famiglia Starytskij prestava l’attenzione a tutti gli eventi culturali e politici significativi della loro epoca. Loro appartenevano ad una antica nobile dinastia. Da parte del padre essa ebbe inizio dal Volodymyr II, detto Monomaco, nei diversi periodi della storia i monarchi della Francia, Gran Bretagna e Norvegia furono i parenti di Starytskij. La madre di Mychailo proveniva dall’antica dinastia cosacca Lysenko, anch’essa si vantava di un glorioso passato. Mychailo Starytskij andava molto fiero di propri origini, spesso e volentieri raccontava le storie e curiosità sugli antenati. Per questo gli amici scherzosamente lo chiamavano „il nobile fra i nobili“. Nella famiglia Starytskij si parlava in ucraino puro, cantavano le canzoni folk e rispettavano le tradizioni popolari. Il nonno materno di Mychailo, Zacharij Lysenko, nella sua tenuta aveva una ricca biblioteca, parlava bene il francese, leggeva i giornali francesi ed era appassionato di opere di Voltaire. Lui, insieme a suo figlio Oleksandr, zio di Mychailo, ha influenzato molto il nipote, stimolando il suo interesse per la storia e cultura.
All’età di soli otto anni Mychailo Starytskij perde il padre, e dopo qualche tempo anche il suo amato nonno, e poi la sorella e i due fratelli. Questa fila di disgrazie a fatto si, che anche la madre ha cominciato ad ammalarsi e morì, lasciando già 12-enne Mychailo l’orfano. Per tutta la vita lui tornava a malavoglia nella casa nativa, gli sembrava, che gli stessi muri emanavano il dolore e la tristezza. Mychailo Starytskij fu affidato al cugino della sua madre Vitalij Lysenko, il padre del futuro compositore Mykola Lysenko.
Nella famiglia Lysenko Mychailo fu accolto come fosse un figlio. Li ha potuto continuare ad approfondire la sua conoscenza delle lingue, poiché in casa si parlava inglese, francese, tedesco, ucraino e russo. Mychailo era soltanto due anni più grande di Mykola, così fra i due ragazzi ben presto si era instaurato un forte rapporto di amicizia. Loro insieme studiavano, insieme si divertivano, insieme visitavano il teatro e le feste paesane e persino si sono innamorati alla stessa ragazza… e neanche quella rivalità non è riuscita a corrodere il loro legame. Dopo aver finito il ginnasio nel 1858 loro insieme si sono iscritti all’università di Charkiv, e poi insieme si sono trasferiti all’università di Kyjiv nella facoltà di fisica e matematica.
A Kyjiv Starytskij e Lysenko partecipano nell’attività della Vecchia Comunità (Stara Hromada), dove collaborano con Mychailo Dragomanov, Petro Kosač, Tadei Rylskij. Loro vanno nei villaggi alla ricerca di autentico folklore ucraino, aprono alle proprie spese le scuole e biblioteche. Mychailo Starytskij comincia a scrivere le poesie, fa le prime prove di traduzione in ucraino di opere della letteratura straniera, si appassiona alla drammaturgia. Insieme a Lysenko organizzano il circolo amatoriale teatrale.
Nel 1862 i parenti paterni, emigrando all’estero, lasciano a Mychailo la loro tenuta nel villaggio Lybichivka, dove c’era la bella casa e la grande biblioteca. Starytskij amava tanto trascorrere il tempo libero lì, si è appassionato della caccia e persino si era innamorato di una contadina di nome Stepanyda. Proprio a lei è stata dedicata la poesia „Mio Signore, che notte stellata..“, che il suo fedele amico Mykola Lysenko trasformò in una bellissima canzone. Ma quel amore non ha portato la felicità. La ragazza era già promessa ad un’altro e Mychailo ha dovuto fare il passo indietro. La delusione era talmente grande, che il ragazzo si è ammalò ed era rimasto alettato. La famiglia Lysenko gli è venuta di nuovo in soccorso e lo hanno portato a casa propria per curare. Ad assistere il malato c’era la minorenne sorella di Mykola Sofia. Si è rivelato, che la fanciulla era innamorata di Mychailo sin dall’infanzia. E finalmente anche lui se n’era accorto di Sofia. E fra i due giovani è scattata la scintilla d’amore. Temendo l’ira dei genitori, loro avevano già pianificavano la fuitina, ma alla fine Sofia si confidò con la madre e dopo pochi esitazioni la famiglia Lysenko ha dato la loro benedizione per quel matrimonio. Il prete del villaggio ha celebrato questa unione, chiudendo l’occhio sul fatto, che la sposa aveva soli 15 anni. Quello, che sembrava quasi un ripiego, per lo stupore di tutti si rivelò un matrimonio felice e duraturo: Mychailo e Sofia hanno vissuto insieme 41 anni ed ebbero 5 figli.
Poco tempo dopo il matrimonio Mychailo Starytskij torna all’università, ma decide di cambiare la facoltà, sceglie il dirittoe in seguito si laurea. Allo stesso tempo continua la sua attività come poeta, traduttore e drammaturgo, escono i suoi primi libri di poesie e traduzioni. Ma nel 1863 entra in vigore il circolare segreto di Valuev, che limitava i pubblicazioni in lingua ucraina. La famiglia di Starytskij decide di ritirarsi nella sua tenuta nel villaggio.
[sulla questione di diversi divieti della lingua ucraina abbiamo precedentemente scritto qui e qui]
Nel 1871 Lysenko torna a Kyjiv dopo aver finito gli studi nel conservatorio di Lipsia e anche Mychailo Starytskij è di nuovo qui, dove insieme organizzano la società dei attori teatrali. Questo lo sprona di scrivere sempre nuovi propri testi teatrali e riadattare i testi già esistenti, ma poco scenografici degli altri autori. Starytskij fa la raccolta delle canzoni folk ucraine e gli pubblica con l’arrangiamento musicale di Lysenko, inscena i romanzi e le commedie dí Mykola Gogol, scrive i libretti per le opere di Lysenko traduce le poesie di Byron, le favole di Andersen e i testi teatrali di Shakespeare. Ma nel 1876 arriva il cosiddetto Ukaz di Ems, che dichiarava già apertamente il divieto di importare libri ucraini dall’estero, il divieto di firmare i testi ucraini sotto gli spartiti musicali e il divieto degli esibizioni in lingua ucraina. E Mychailo Starytskij è costretto di nuovo a rinchiudersi nella propria tenuta per dedicarsi interamente alla letteratura. Alla vita sociale lui è tornato soltanto agli inizi degli anni ottanta.
Proprio in quei tempi Mychailo Starytskij in seguito delle lunghe e frequenti conversazioni con il drammaturgo e regista Marko Kropyvnytskij giunse alla conclusione che è arrivato il momento giusto per la fondazione del primo teatro professionale ucraino e decise di aiutarlo in questa impresa. Nel 1883 il teatro fu fondato e Starytskij divenne il suo direttore. Per fare ciò lui dovette vendere una delle sue tenute e mettere tutto il denaro ricavato alle necessità del nuovo teatro. Marko Kropyvnytskij faceva il regista, la troupe contava incirca 100 attori, il grande coro e l’orchestra. Per alto livello artistico quel teatro in seguito fu chiamato il teatro dei corifei. La paga degli attori era comparabile con quella del teatro imperiale. Starytskij ha scritto in quel periodo 35 originali testi teatrali. La musica era composta da Lysenko, lui si occupava anche del coro ed orchestra. Le tre figlie di Starytskij erano attrici del teatro. La moglie Sofia faceva la cassiera. Il teatro ha dato i spettacoli nelle molte città, ha riscosso un grandissimo successo e gli affari andarono a gonfie vele.
Ma la magnifica troupe di corifei è durata soltanto per qualche anno. C’è chi dice, che il teatro si era ingrandito troppo e questo comportava non pochi problemi economici e gestionali. Alcuni storici sostengono, che la rottura era stata provocata dal fatto, che la figlia di Starytskij si innamorò di Marco Kropyvnytskij che era il coetaneo del suo padre e quest’ultimo si è opposto alla loro relazione. Gli altri dicono, che Starytskij subbi una truffa, perdendo una ingente quantità di denaro. La cosa certa è che la troupe si era divisa, creando i due teatri indipendenti. Nel 1895 Mychailo Starytskij lascia definitivamente la sua attività teatrale e ultimi anni della sua vita si dedicò alla scrittura. 27 aprile 1904 il suo cuore ha cessato di battere.
Mychailo Starytskij ha lasciato la grande eredità culturale: poesia, prosa, testi teatrali, traduzioni e, infine, il teatro professionale ucraino, che lui ha fondato e sviluppato. Ma con il passare del tempo un po’ di cose si sono anche perse. Non si trovano più alcuni manoscritti, diversi fatti della sua biografia non hanno le conferme storiche certe. Villaggio, dove Mychailo Starytskij ha passato i primi anni della sua infanzia fu annegato sotto le acque del lago artificiale di Kremenčuk, che è stato creato durante l’epoca sovietica. E anche nella canzone, che ho citato poc’anzi, fu cambiato l’inizio: al posto di „Mio Signore, che notte stellata…“ si doveva cantare „Notte di luna, stellata e chiara“. Nel paradiso di ateisti sovietici la presenza del Signore era inopportuna. Ma io qui vorrei proporvi la mia traduzione in italiano della versione autentica di questa bellissima canzone lirica ucraina.
La canzone, interpretata da magnifica voce di Kvitka Tsisyk, cantante di origine ucraina, che è riuscita a conquistare Hollywood, potete ascoltare qui:
“Mio Signore, che notte stellata…“
Mio Signore, che notte stellata!
I spilli potrei raccattar…
So, che sei stanca, mia cara amata,
Ma vieni da me a parlar.
Stretti sediamoci sotto il viburno
E sono il signor dei signor…
Guarda, sui campi la nebbia notturna
Prende d’argento il color.
Il bosco incantato dai raggi luccenti
Dorme o sta a pensar?
Di esile pioppo le foglie tremanti
Dal vento si fan’ cocolar.
Il cielo lassù è tempestato di stelle –
Il vero divino splendor!
Della rugiada le piccole perle
Stanno sull’erba ancor.
Tu non temere la fresca rugiada
Che i piedi potrebbe bagnar
Io in braccio, mia bella amata,
Ti porterò al casolar.
Non spaventarti dal freddo di notte
Il vento ci porta il tepor
Sul mio cuore ti stringo più forte,
S’accende il rogo d’amor
Qui non può origliare nessuno
Le nostre parole d’amor
Notte ha steso il velo di sonno
E dormono tutti ancor.
Stanchi, riposano i tuoi rivali
E non ci potranno veder…
Noi, dopo tutte sfortune e mali
Una gioia possiamo aver?
Il testo originale:
“Ніч яка, Господи! Місячна, зоряна…”
Ніч яка, Господи! Місячна, зоряна:
Ясно, хоч голки збирай…
Вийди, коханая, працею зморена,
Хоч на хвилиночку в гай!
Сядем укупі ми тут під калиною –
І над панами я пан…
Глянь, моя рибонько, – срібною хвилею
Стелиться полем туман;
Гай чарівний, ніби променем всипаний,
Чи загадавши, чи спить?
Он на стрункій та високій осичині
Листя пестливо тремтить;
Небо незміряне всипано зорями –
Що то за божа краса!
Перлами-зорями теж під тополями
Грає перлиста роса.
Ти не лякайся-но, що свої ніженьки
Вмовиш в холодну росу:
Я тебе, вірная, аж до хатиноньки
Сам на руках однесу.
Ти не лякайсь, а що змерзнеш, лебедонько:
Тепло – ні вітру, ні хмар…
Я пригорну тебе до свого серденька,
Й займеться зразу, мов жар;
Ти не лякайсь, аби тут та підслухали
Тиху розмову твою:
Нічка поклала всіх, соном окутала –
Ані шелесне в гаю!
Сплять вороги твої, знуджені працею,
Нас не сполоха їх сміх…
Чи ж нам, окривдженим долею клятою,
Й хвиля кохання – за гріх?
14.12.2023