Da cittadini di Roma innamorati della nostra città vogliamo dare il nostro contributo per restituirle la dignità e la vivibilità che le spetta. Per questo non accettiamo che alle tante bruttezze che ancora oggi siamo costretti a vedere quotidianamente se ne aggiungano di nuove.
Tra queste, vogliamo denunciare la proliferazione incontrollata dei nuovi sistemi digitali di cartellonistica pubblicitaria, che con i loro schermi al led stanno progressivamente sostituendo quelli tradizionali su carta. Una trasformazione che, come ammettono le stesse aziende concessionarie sui loro siti web, aumenta enormemente la visibilità delle immagini pubblicizzate, di giorno come di notte. Tradotto dal linguaggio del marketing alla nostra vita quotidiana significa molto più inquinamento luminoso.
Dalle grandi strade di scorrimento ai vicoli e alle piazze del centro, ormai non c’è zona di Roma immune alla nuova trovata tecnologica, che è stata non solo tollerata ma anche voluta dal nostro Comune. Possiamo accettare tutto questo passivamente?
Ovviamente noi crediamo di no. E pensiamo di non essere soli. Vogliamo far sentire la nostra voce al sindaco Gualtieri e gli abbiamo scritto una lettera aperta, che speriamo possa raccogliere tantissime firme di romani (e non, perché Roma è patrimonio di tutti) e indurre il Comune a rispondere delle scelte fatte e a rivederle.
Di seguito trovi il testo la lettera. Nei prossimi giorni, su change.org, avrai l’opportunità di firmarla!
Egregio Sindaco Gualtieri,
è da un anno che noi cittadini romani assistiamo con crescente sgomento e frustrazione all’invasione incontrollata di cartelloni pubblicitari digitali di ogni dimensione, che stanno progressivamente soppiantando quelli più tradizionali lungo tutte le vie della città.
Ci chiediamo, e le chiediamo, come sia possibile, in una città Patrimonio dell’umanità, da sempre attenta a tutelare la sua immensa ricchezza artistica e il decoro urbano, che sia consentito trasformare gli spazi pubblici per eccellenza, le strade e le piazze, in una ordalia fatta di spot pubblicitari non richiesti che offrono uno spettacolo immersivo di luci e immagini, statiche e in movimento, ininterrottamente dal giorno alla notte. Da cui non è possibile sottrarsi.
Ma la questione ha risvolti ben più profondi del decoro urbano. Testimonia, a nostro avviso, l’ennesima deriva di un sistema economico incentrato sulla mercificazione di ogni aspetto della nostra vita di cittadini, sotto lo sguardo assente, quando non anche compiaciuto, delle istituzioni pubbliche.
Il nostro tempo non lavorativo, che dovrebbe essere dedicato nei limiti del possibile a nutrire il nostro io con attività e pensieri articolati, per non dire profondi, viene invaso, con una violenza inaudita perché perpetrata con tecnologie immersive ben più sofisticate del passato, dalla spinta al consumismo; che distrae i nostri ragionamenti, che stimola inconsciamente il nostro agire verso acquisti inutili, che veicola modelli di vita costruiti a tavolino da sapienti psicologici del marketing. Così, se lo sguardo non è chino sul nostro onnipresente smartphone, a distrarlo ci pensa un maxischermo televisivo all’incrocio della strada. Alle 10 del mattino come alle 10 di sera.
Difficile non notare la stridente contraddizione tra il doloroso spettacolo stile Las Vegas che si troviamo sotto gli occhi e i valori spirituali che la nostra città si appresta a proclamare al mondo, con l’imminente Giubileo.
Speriamo che i nostri pensieri possano trovare in lei un interlocutore aperto all’ascolto e che sappia dare risposte concrete per alleviare le nostre sincere preoccupazioni. Non è mai tardi per agire.
Saluti distinti,
i cittadini di Roma