La parola d’ordine è salvare l’estate e il turismo. A tutti i costi e in sicurezza. La parola magica è “pass verde”. Per andare in auto occorre una patente di guida, per andare in vacanza la prossima estate servirà “una certificazione verde” anti Covid-19.
L’Italia cerca di battere l’agguerrita concorrenza estera con il binomio: viaggi in sicurezza senza quarantena. Ai turisti italiani dal 21 aprile basta un “pass verde” di sicurezza sanitaria per soggiornare nelle eventuali “zone rosse” e “arancioni” della Penisola, nell’Unione europea (in attesa di una analoga “carta verde” di Bruxelles) e nei paesi che lo accettano. Deve attestare o la vaccinazione, o la guarigione o un tampone-test rapido con esito negativo nelle ultime 48 ore. Mario Draghi scommette la sua credibilità sulla ripresa del turismo: tornerà ad essere «un forte settore come era prima della pandemia, se non ancora più forte». Il presidente del Consiglio, parlando ai ministri del Turismo del G20 e poi al vertice Ue in Portogallo, ha accelerato: «Prenotate le vacanze in Italia, siamo impazienti di accogliervi». Ha garantito: con «regole chiare, semplici i turisti possono venire da noi in sicurezza».
Ha invitato l’Europa a muoversi in fretta, ma Bruxelles ha un passo più lento. Da fine giugno partirebbe il certificato verde digitale (“digital green pass”) proposto dalla commissione europea che sostanzialmente prevederebbe le stesse regole di sicurezza italiane.
L’estate 2021 potrebbe passare alla storia come quella del boom. Le prenotazioni effettuate nelle scorse settimane dagli italiani fanno ben sperare. Il turismo, azzerato dal febbraio del 2020 dall’esplosione della pandemia, accarezza la riscossa: potrebbe vivere una gigantesca rinascita mondiale per la sete di libertà. Per la voglia delle persone di muoversi, di viaggiare, di andare in vacanza dopo l’incubo delle quarantene a casa e delle lunghe chiusure delle attività per contrastare le infezioni.
Il possibile boom del turismo poggia le gambe sulla vaccinazione di massa avviata in tutti i continenti e, in particolare, in Europa. Tuttavia non mancano molte rischiose incognite: non tutte le nazioni riusciranno a raggiungere l’immunità di gregge alla vigilia dell’estate, le temibili varianti del virus (da quella inglese alla nigeriana, dalla brasiliana all’indiana) possono provocare un patatrac.
In sintesi: un boom del turismo, un quasi boom o, comunque, una ripresa potrà esserci solo con le “vacanze in sicurezza”. I turisti andranno in vacanza al mare, in montagna, nelle città d’arte solo se si farà il massimo per garantire la salute. Di qui la necessità di organizzare spensierate vacanze in sicurezza. La concorrenza internazionale è già incandescente. La Grecia, ad esempio, ha fissato una priorità: rendere le sue splendide isole “Covid free”, libere cioè dal micidiale virus con una vaccinazione a tappeto modello Kastellorizo.
Per l’Italia il turismo è una risorsa enorme. Le cifre sull’importanza del settore sono imponenti. Nel 2019, prima del Covid, dava lavoro complessivamente a 3.500.000 persone, più del 13% del reddito italiano.
Il terremoto del Coronavirus da un anno ha avuto effetti devastanti su alberghi, bed e breakfast, agenzie di viaggio, guide turistiche, ristoranti, bar, negozi di abbigliamento. Ma anche musei, siti archeologici, mostre, concerti, crociere, trasporto aereo e ferroviario hanno subito una ferita mortale. “Ristori”, sussidi, cassa integrazione Covid sono arrivati tra non poche difficoltà, ma hanno avuto l’effetto di una goccia d’acqua in un deserto.
Il problema è rimettere in piedi un mondo disperato, quasi completamente azzerato dalla pandemia. In un anno hanno chiuso 220.000 imprese e quasi 500.000 persone hanno perso il lavoro. È un mondo diviso anche al suo interno. La scorsa estate, ad esempio, le strutture di vacanze al mare e in montagna hanno retto perché era un turismo all’aria aperta e il virus era quasi scomparso in Italia. Il turismo nelle città d’arte italiane, invece, subì un colpo mortale dal quale stenta a riprendersi.