Placidamente posata sulle rive del bellissimo fiume Charente. La piacevolissima città di Cognac, zona di produzione della celeberrima eau-de-vie che qui prese il suo nome, offre tante belle stradine in cui è molto gradevole passeggiare per ammirare la diversità delle antiche dimore, molte delle quali appartenevano ai mercanti del sale, stabiliti nella Rue Saulnier (il sale prodotto nella Saintonge, a pochi chilometri, e che doveva essere distribuito nel centro della Francia, transitava d’obbligo da Cognac).

Vasti magazzini per il sale vennero costruiti in città e l’attività perdurò sino al XVI secolo. Nel quartiere vennero poi edificati dietro le belle facciate i locali dei negozianti di acquavite. I loro muri erano facilmente riconoscibili perché ricoperti da un leggero strato nerastro di Torula Compniacensis, un fungo microscopico che si ciba dei vapori di alcool, soprannominati in francese la part des Anges (la parte degli Angeli).

 

Prodotta unicamente con uve bianche, coltivate su circa 75000 ettari, il vitigno principale è l’Ugni.
Le prime viti furono introdotte nella regione con la conquista romana. Nel XVII secolo i commercianti olandesi che importavano i vini locali della vallata della Charente, che spesso si rovinavano durante il viaggio, insegnarono le tecniche di distillazione ai produttori. Nacque così il Cognac.

 

La torre del castello di Cognac, molto danneggiato alla Rivoluzione francese, situato proprio sulla riva sinistra della Charente ci fa tornare indietro nel tempo e pensare al Re Francesco I che qui nacque nel 1494. Un grande Re, alto 1 m 95, amante delle arti e delle lettere, appassionato di architettura. Soprannominato le Roi Batisseur riuscì a far venire in Francia Leonardo da Vinci che visse ad Amboise e da ricerche recenti pare abbia soggiornato anche qui a Cognac.

L’antico castello ospita oggi la distilleria fondata dal Barone Otard che nel 1795 acquisì il castello salvandolo dalla distruzione.

Oggi il Cognac è di nuovo di moda, le vendite sono in aumento. I paesi asiatici ne importano grandi quantità, i rappers americani lo apprezzano molto. Il nettare degli Dei ha ancora una lunga vita davanti a sé! Un po’ di Cognac per cucinare l’aragosta, le quaglie, le crêpes flambées, dona un tocco di raffinatezza e ne esalta i sapori.

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