Le parole pronunciate dal sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri, nel giorno di presentazione di un Suv che servirà per i trasferimenti dei detenuti dell’alta sicurezza, pesano come macigni sulla Giustizia Italiana. “Non li faremo respirare dietro quel vetro oscurato”, sta parlando dei detenuti, pochi giorni dopo dell’ottantesimo suicidio in carcere, dei detenuti che dovrebbe occuparsene. Qui non c’entra nulla destra sinistra, sulle carceri hanno fatto schifo tutti, e questo livello di umanità è veramente pericoloso. Alcuni ministri si sono indignati, altri hanno detto parole al momento, poi … il nulla più totale. Bisognava chiedere le dimissioni di questo personaggio, non nuovo a certe affermazioni di odio, ma come dicevo prima i diritti non hanno un colore politico, deve essere una battaglia comune di molti esponenti di questo governo. Dovrebbe ricordare il sottosegretario che ottanta persone detenute non faranno più ritorno a casa, dopo aver pagato il debito con la società, ma hanno perso la loro vita contro uno Stato rancoroso e pieno di odio.

“Provo un’intima gioia all’idea di far sapere che non lasciamo respirare chi sta dietro a quel vetro oscurato”. Con queste parole il sottosegretario con delega alla Polizia Penitenziaria è stato protagonista in negativo alla presentazione della nuova vettura che dovrebbe portare in traduzione i detenuti dell’alta sicurezza. La tracotanza della politica dell’odio non ha limiti. Questo siamo? Questa è l’idea di Stato di Diritto che abbiamo? Il sottosegretario può istigare a coltivare un pensiero violento? Nei confronti di chi è custodito negli istituti di pena?

Vi lascio con queste domande, ma lasciatemi dire il mio pensiero su quello che sta accadendo in materia di giustizia, con il ministro Nordio si pensava che qualcosa potesse cambiare, invece ci stiamo preparando al peggio, un Ministro della Giustizia che non dice una parola nel merito delle dichiarazioni del sottosegretario è complice anche lui. Deve pensare che dietro al vetro oscurato c’è una persona che ha sbagliato, ma non si merita la vendetta di uno Stato.