L’idea di permettere lo scambio tra studenti europei ebbe origine nel 1969, grazie all’intuizione dell’italiana Sofia Corradi, consulente scientifico della Conferenza permanente dei Rettori delle università italiane: questo ruolo le permise di far conoscere la sua idea in ambito accademico ed istituzionale. Ma ci vollero un po’ di anni per rendere operativa la proposta.
ERASMUS è l’acronimo di EuRopean Community action Scheme for the Mobility of University Students, è un programma di mobilità studentesca dell’Unione europea, nato il 15 giugno 1987. Evoca anche il nome all’umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam, che viaggiò diversi anni in tutta Europa per comprenderne le differenti culture.
A 34 anni dalla sua creazione, il programma è riuscito a promuovere, all’interno della comunità europea, la mobilità di milioni di giovani; attualmente oltre 900.000 studenti annualmente si spostano dal loro paesi di origine ad altri dell’Unione Europea. Più di 4000 istituzioni universitarie di 31 paesi aderiscono al progetto.
L’Erasmus dà quindi la possibilità ad uno studente europeo di studiare o effettuare un tirocinio in un Paese membro dell’Unione per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi.
Da poco è stata avviata la Conferenza sul futuro dell’Europa con una serie di dibattiti e discussioni su iniziativa dei cittadini che dovrebbe
consentire a chiunque in Europa di condividere le proprie idee e contribuire a plasmare il nostro futuro comune. Ebbene in questo contesto ritengo si debba mettere in evidenza la necessità di avviare tutte le iniziative per promuovere la futura classe dirigente dell’Unione Europea. Una classe dirigente che sarà protagonista nei prossimi decenni, be oltre il 2030, nella costruzione e costituzione di uno stato europeo federale, superando le attuali resistenze delle classi dirigenti, non solo politiche, che con difficoltà intendono cedere sovranità a organismi federali.
Ma per fare questo, bisogna che le giovani generazioni siano preparate non solo con una comune cultura storica, ma con una simile formazione professionale, in modo da poter
accedere al mondo del lavoro con maggiore facilità, capacità di dialogo e interscambio.
L’Europa Federata non potrà nascere veramente se non si renderà l’Erasmus obbligatorio ai circa 20 milioni di studenti europei.
Il Next Generation Eu dovrà prevedere una parte dei fondi per programmare un periodo di studio di almeno tre mesi in un altro paese dell’UE.
I fondi europei dovranno permettere anche a studenti di famiglie non abbienti di fare esperienze all’estero per consentire soprattutto di far ripartire l’ascensore sociale, che in molti stati si è interrotto.
In attesa che i diversi governi dell’UE valutino e avviino il progetto di un Erasmus obbligatorio per tutti gli studenti e le studentesse , sarebbe quanto mai importante che il Governo italiano con il Ministro dell’Università e della Ricerca lo rendesse in tempi brevi obbligatorio. Questo contribuirebbe a rendere anche obbligatoria la conoscenza di una lingua straniera, in particolare modo l’inglese, che si sta avviando a diventare lingua franca dell’Unione, come lo è stato nei secoli passati il latino.