Costante il freddo sibilo del vento
penetrante nei polsi e nelle vene
mentre Venere pulsa ad occidente
richiamo d’intensa luminosità
cosmico appello al divino evento
che i secoli mai cancelleranno.
Per le vie deserte profumate
si diffondono effluvi di biscotti
mandorlati e torroncini al miele
sapori di vacanze di Natale
delizia di fanciulli allietati
dal calore del desco familiare.
Nei volti della gente sorridente
spaziano sentimenti di pienezza
slanci di fratellanza travolgenti
che l’irruzione gelida invernale
muta in sogno di pace e d’amore
nei cuori conquistati alla speranza.
La gioia smarrita nell’inutile
vacua routine di quotidianità
nemica di bellezza e conoscenza
di stupore e di fame d’infinito
d’eterna e illimitata libertà
torna con le campane risonanti.
Ardito intraprendi il buon cammino
ch’è disperso in mille ciechi vicoli
in mille impegni e in mille narcisismi
in mille tradimenti dell’umano
per seguire la stella che splendette
per aprire il sentiero della Vita.
Bando al nulla che avanza annichilendo
il pensiero che in rivoli inquinati
sperde la meraviglia dell’essenza
che Dio gli diede nella Sua grandezza.
In vuote sacche d’ombre si consuma
sterile sfoggio d’edonismo amaro.
Non vedi che la libera coscienza
ti chiama ad alte e nobili intraprese
a cercare con rinnovato impegno
la stalla ove rifulse la speranza
là dove sorse il senso del creato
e la morte accettò la sua sconfitta?
Ancora oggi il bue e l’asinello
assistono Maria col Bambino
e con Giuseppe padre putativo
nella grotta che odora santità.
Ieri oggi e sempre Gesù Cristo
unica via veritas et vita.
Figlio prediletto dell’Altissimo,
uomo-Dio per le vie del mondo
col sacrificio estremo sulla croce
della salvezza il cammino spiana
elevando la creatura umana
al livello del Creator divino.
Ancor oggi nel secolo ventuno
Natale interpella più che mai
chi coltiva sogni di totalità.