Ho fatto zapping l’altra sera, non trovando in tv un programma che mi interessasse davvero. Sono incappato in grandi discussioni sullo scandalo collegato al Ministro Sangiuliano, in un servizio sul costo della sanità e sulle pecche del sistema sanitario in molte fra le regioni del Meridione e infine nell’aggiornamento sulle gare delle Paralimpiadi di Parigi. Ovviamente mi sono soffermato un po’ sul programma sportivo e mi sono compiaciuto per alcuni risultati di rilievo dei nostri atleti, poi sono andato a letto a leggere un bel libro.
Spenta la luce, chiuso il libro, non ho potuto fare a meno di ripensare agli argomenti e ai personaggi che avevo incontrato online, poco prima. Due Italie diverse e apparentemente non riconciliabili. Da una parte i gesti sportivi e soprattutto le testimonianze di vita dei nostri campioni paralimpici, dall’altra la politica dello squallore e della sopraffazione, i cui pessimi risultati ricadono su tanti cittadini. Vorrei condividere con voi le semplici considerazioni che mi hanno ritardato il sonno.
Prima di tutto, i nostri ragazzi fisicamente sfortunati, ma moralmente magistrali, che stanno competendo nelle varie specialità paralimpiche. È bellissimo vedere le loro gesta atletiche, gioire con loro per i successi, rattristarsi con loro per i risultati non ottimali. È splendido sentire molte delle loro interviste: si comprende la fatica e la passione con cui si sono preparati, le aspettative che avevano andando a Parigi, il rispetto per gli avversari e l’atteggiamento non fatalista, ma concreto, rispetto alle gare cui hanno partecipato. Poi ci sono le storie delle loro vite: il momento di cesura rispetto alla normalità a causa di incidenti o malattie, la ricerca di una nuova responsabilizzazione nello sport, la solidarietà della famiglia, degli allenatori, dei vicini. Questi atleti sono veri gioielli per il nostro Paese! Davvero concittadini per i quali essere fieri, come ha ben detto il nostro Presidente Mattarella.
Infine, ci sono, fra i tanti atleti di successo, alcuni “supereroi” che restano nel nostro cuore. Prima fra tutti, per me, Bebe Vio: lei aveva già vinto tanto in passato e quest’anno ha conquistato il bronzo nella competizione individuale per fioretto in carrozzina. Era l’arma in cui mi ero cimentato in adolescenza, per cui riesco a seguire con patema e partecipazione le azioni fulminee, ma il bello di Bebe è il sorriso! Ha gioito come una bimba per il bronzo e le sue dichiarazioni sono state commoventi, poi ha fatto il bis a squadra. Seconda una new entry, Rigivan Ganeshamoorthy, che alla sua prima partecipazione paralimpica ha per tre volte consecutive migliorato il record del mondo del lancio del disco, ottenendo ovviamente la medaglia d’oro. Il suo sorriso sotto il distributore dell’ossigeno è contagioso e nell’intervista ha risposto con semplicità e con un bell’accento romanesco, dedicando il suo exploit anche al X Municipio e al vicino che gli ha dato la bandiera italiana con il suo nome. Potrei continuare con la neo mamma campionessa di nuoto, con il lanciatore d’oro con il paradenti tricolore ed altri ancora; mi fermo, ma vorrei solo ricordare come quasi tutti sul podio hanno cantato l’Inno, dimostrando, anche se in alcuni casi non nativi della Penisola, il loro attaccamento al Paese.

 

L’altro argomento è dovuto alla sit-com del Ministro per la Cultura, già produttore indefesso di gaffes storiche e geografiche che hanno fatto la fortuna dei comici e di meme e vignette scambiate con i cellulari. Per come la vedo io, lo scandalo non era nella relazione del Ministro con un’amante; non è il primo caso, non sarà l’ultimo, Berlusconi ci ha vaccinato in proposito. L’aspetto politicamente e civicamente inaccettabile è nel fatto che il rapporto avrebbe dovuto tramutarsi in una collaborazione istituzionale presso il ministero. Quello che mi ha sorpreso è stato il tentativo della Presidente di coprire il fatto, evitando di accogliere le dimissioni di Sangiuliano fino a che (6 settembre) non è stato più possibile e ha dovuto per la prima volta cambiare un ministro del suo governo, scegliendo un altro giornalista (Giuli), ricordato anche perché partecipante, in gioventù, a movimenti di estrema destra ed ora promosso perché “fedelissimo”.
La considerazione è che la Presidentessa appare sempre operare con una logica di clan: lei è il capo, decide chi fa cosa e non accetta alcuna critica o evidenza negativa sui singoli da lei scelti e sullo stesso clan: è un gruppo di intoccabili. Mi sembra culturalmente e politicamente un atteggiamento pericoloso per il Paese e una riprova è nel fatto che la Ministra del Turismo resta al suo posto, nonostante le varie indagini giudiziarie su eventuali gravi ipotesi di reato. Per altro la Ministra ed il governo continuano a non prendere posizione sulle regole per rinnovare le concessioni degli stabilimenti balneari, scadute il 31 dicembre 2023, argomento su cui lei ha diretti interessi e gli italiani pagano costi esorbitanti negli stabilimenti e non possono andare su spiagge libere, perché non ce ne sono.
Mente il Consiglio dei Ministri e gli opinionisti politici sono concentrati su argomenti di gossip, il Paese va avanti a rilento e con difficoltà per molti di noi cittadini. Gravissime quelle nel sistema sanitario, ove vi sono sempre meno dottori e paramedici (molti sono stati attratti in altri paesi europei, vista l’incertezza occupazionale e la bassa remunerazione in Italia). Il governo ha investito troppo poco rispetto a quanto necessario nel settore e, per giunta, se si concretizzerà l’autonomia differenziata, è facile ipotizzare che in varie regioni del Sud la situazione dell’offerta pubblica diventerà ancora più deficitaria di quanto già sia ora e si rafforzerà la necessità di rivolgersi alla sanità privata, cosa che sarà possibile solo per persone e famiglie che abbiano reddito sufficiente alto. Questo significherà aumentare ulteriormente il gap fra i pochi abbienti ed i tanti in difficoltà economiche, che saranno costretti a rinunciare a molte delle cure necessarie.
In realtà mi sembra che questo governo, a parte iniziative volte a sottolineare atteggiamenti di destra e piccoli provvedimenti che hanno eroso diritti sul lavoro e sulla libertà di stampa, non affronta i grandi argomenti che davvero interessano i cittadini. L’elenco è lungo: dal salario minimo, all’integrazione degli extracomunitari; dallo Ius scholae, alla riforma del sistema carcerario (insopportabile il numero di suicidi fra i detenuti e anche fra gli agenti penitenziari); dall’assenza di interventi nel settore dell’innovazione, all’inerzia verso evasione e elusione fiscale, senza ripetere gli altri problemi già accennati. Questo governo non vuole colpire gli interessi dei gruppi di elettori ritenuti fedeli e si balocca con operazioni di distrazione della gente: dalle riforme istituzionali francamente non necessarie, all’aggressiva lamentela contro qualunque voce non consona al soliloquio di Palazzo Chigi, ai Melon-dramma estivi della più che esposta famiglia della Presidente.
Che tristezza nel confrontare la sobrietà, l’impegno ed il riscatto personale degli atleti con le tattiche ed i mezzucci di questi politici scelti solo per la fedeltà al clan e senza alcuna ambizione di servizio rispetto alla cittadinanza. Essendo stati eletti grazie ad una modesta percentuale di votanti fra i non astenuti, si autoproclamano “incaricati del popolo” e agiscono senza neanche provare a corrispondere ai fabbisogni del Paese e dei suoi concittadini. Mi auguro davvero che questi confronti, questi esempi fra loro tanto diversi siano in grado nel prossimo futuro di convincere gli italiani ad esercitare opportunamente il loro diritto-dovere del voto.
Prima di abbandonarmi ad angosce distopiche per il prossimo futuro, con diritti erosi, povertà in crescita e atteggiamenti dispotici non controbilanciati da un’alternativa credibile e autorevole, mi concedo un piccolo sogno. Un governo di persone capaci e competenti, non costrette a dire sì al capo, impegnate con passione per lo sviluppo del Paese, se mai avremmo Bebe Ministra per le pari opportunità, Rigi per l’integrazione degli extracomunitari, i genitori-delfini Raimondi e Terzi Ministri per la famiglia e l’istruzione, Almodovar Ministro della cultura…