A cura di Natalia De Magistre

Come la narrazione tra le figure di sostegno e le pagine dei libri aiutano a costruire identità e sicurezza nei bambini migranti

Le infanzie rappresentano un periodo cruciale della vita, un tempo in cui si formano le basi del futuro benessere psicologico e sociale. Tuttavia, non tutte le infanzie sono uguali. Per molti bambini, soprattutto quelli che attraversano situazioni di migrazione forzata o transizioni traumatiche, questo periodo è segnato da vulnerabilità profonde. Nel mio lavoro come psicologa in un centro di accoglienza per migranti, ho incontrato numerosi bambini che non solo hanno attraversato confini geografici, ma anche emotivi e psicologici, spesso senza strumenti adeguati per comprendere o elaborare ciò che stanno vivendo.

Nascere e crescere tra le transizioni

Molti dei bambini che incontro nel centro di accoglienza sono nati durante il percorso migratorio dei loro genitori. Alcuni hanno vissuto il trauma di lasciare la propria terra d’origine, altri sono stati concepiti e nati durante il viaggio, senza mai conoscere una casa stabile. Questi bambini vivono in una realtà complessa, dove il senso di appartenenza e identità si costruisce tra frammenti di storie familiari, culturali e personali.

Dal punto di vista psicologico, le transizioni continue possono interferire con il loro senso di sicurezza e stabilità, elementi fondamentali per uno sviluppo sano. I bambini sono particolarmente sensibili all’instabilità ambientale ed emotiva, e spesso assumono, inconsapevolmente, il ruolo di mediatori culturali per i genitori, caricandosi di responsabilità che non dovrebbero spettare loro.

La vulnerabilità dei bambini e la responsabilità degli adulti

Adulti e bambini, l'unione fa la forza

Adulti e bambini, l’unione fa la forza

I bambini migranti vivono in una condizione di doppia vulnerabilità: da un lato, quella legata all’infanzia stessa, una fase di dipendenza e necessità di protezione; dall’altro, quella derivante dal contesto di instabilità e precarietà. In questa doppia esposizione delicata, è fondamentale che gli adulti – genitori, educatori, operatori sociali e istituzioni – assumano un ruolo di tutela, garantendo ai bambini spazi sicuri e relazioni affettive stabili.

Nel mio lavoro utilizzo spesso i libri, la lettura e la condivisione dei racconti come strumenti fondamentali per promuovere la crescita emotiva e cognitiva dei bambini. Ho creato una libreria apposita, pensata per offrire un luogo dove i bambini possano esplorare storie, sviluppare la propria immaginazione e lavorare su temi come la resilienza, l’integrazione e la gestione delle emozioni. La lettura condivisa non è solo un momento di svago, ma una vera e propria esperienza soggettiva, che consente ai bambini di dare voce alle loro esperienze e costruire connessioni significative con gli altri.

Il ruolo della resilienza

Nonostante le difficoltà, i bambini hanno una straordinaria capacità di resilienza. In molti casi, riescono a trasformare esperienze traumatiche in opportunità di crescita personale, soprattutto quando trovano un contesto che li supporta. Come psicologa, ho osservato che i fattori protettivi più efficaci includono la presenza di adulti empatici e attenti, la possibilità di frequentare scuole che promuovano inclusione e integrazione, e l’accesso a servizi psicologici che aiutino i bambini a elaborare le loro esperienze.

Tuttavia, la resilienza è una risorsa che va coltivata. Perché i bambini possano sviluppare la loro capacità di affrontare le avversità, è essenziale che gli adulti creino un ambiente che minimizzi i fattori di rischio e promuova la sicurezza emotiva e fisica. Questo richiede uno sforzo congiunto da parte di famiglie, comunità e istituzioni.

Un impegno collettivo per l’infanzia

I bambini, siano essi migranti o non, portano con sé il potenziale per costruire un futuro migliore. Tuttavia, questo potenziale può essere realizzato solo se gli adulti assumono la responsabilità di proteggerli e supportarli nel loro percorso di crescita.

Proteggere l’infanzia non è solo un dovere morale, ma un investimento nel futuro di tutte le società. Dobbiamo ascoltare i bambini, riconoscere la loro sofferenza e garantire loro le risorse necessarie per crescere in modo sano e felice. Solo così potremo trasformare la vulnerabilità in forza, le difficoltà in opportunità e l’infanzia in un tempo di autentica speranza.