Nel diluvio quotidiano di notizie e dichiarazioni, alcune domande iniziano a farsi strada nell’indifferenza di molti: quella tra Russia e Ucraina è una guerra per procura? Se alla Casa Bianca fosse rimasto Trump la guerra sarebbe scoppiata? Quale interesse spinge la Cina a essere attiva?
Ci vorrà parecchio tempo perché divengano di attualità e ancora di più per avere risposte produttive. Nel frattempo succede di tutto e il suo contrario.
USA e Russia si sono scambiati due militari prigionieri e lo fanno trapelare; le Isole Salomone non negano di avere in corso una trattativa con la Cina per la realizzazione di infrastrutture sul loro territorio a poche centinaia di km a Nordest di Australia e Nuova Guinea; Russia, Cina e India si muovono incontro, intensificando i rapporti diplomatici e commerciali; l’OPEC arriccia il naso di fronte all’embargo del petrolio russo; le voci di nuove mappe sui confini dell’area in guerra si moltiplicano.
Il clamore mediatico-militare suscitato dalla guerra russo-ucraina sta facendo passare in secondo piano queste e altre notizie sulle quali ci sarebbe da ragionare perché battiti d’ali di farfalla che potrebbero innescare dòmini pericolosi.
L’Europa ha un debito con gli Stati Uniti che non può ripagare, senza di loro avrebbe subito almeno una delle due colonizzazioni che ha rischiato nel XX secolo: rimane difficile pensare che senza di loro il nazismo non avrebbe prevalso o che dopo la sua sconfitta l’intera Europa non sarebbe diventata vassalla dell’Urss.
Queste consapevolezze ci rendono estremamente sensibili a esigenze e desideri della nostra Nazione Protettrice. Per questo quando per il crollo del muro di Berlino le condizioni sono mutate, il salto dell’Europa in Unione Europea è stato eseguito con attenzione per gli umori degli Americani. E quando l’eccessiva forza dell’Euro rispetto al Dollaro ha creato frizioni, i fraintendimenti sono stati superati anche per la decisione dell’UE a farsi battistrada per l’ingresso nella Nato delle nazioni europee ex patto di Varsavia ansiose di far parte dell’Unione.
La scelta ha avviato un’assimilazione tra Ue e Nato che, alla lunga potrebbe non pagare.
A favorire l’avvicinamento dell’est Europa all’Occidente sono state la scomposizione dell’Urss e i rancori russofoni di molti ex territori di quella Federazione, una volta divenute Nazioni ma l’ingresso nell’UE ha creato i presupposti per la loro integrazione nel sistema economico, monetario e commerciale del Capitalismo Globale, poi nell’alleanza militare atlantica.
Tutti sapevano che la Russia sarebbe uscita in fretta dalla confusione e dalla depressione provocate dal crollo dell’URSS e che una volta adottate nuove forme di stato e governo, il suo sistema economico-finanziario avrebbe adottato il Capitalismo Globale. Come sapevano che la Russia avrebbe puntato al recupero del ruolo di Superpotenza, in fondo mai perso grazie al secondo arsenale nucleare del Mondo che possiede.
Convinta che pace e benessere valga più dei missili, l’Unione Europea ha bilanciato la sua espansione verso Est con l’aumento delle relazioni commerciali con la Russia e lo sviluppo dell’import-export con reciproco vantaggio. Automaticamente Putin è diventato un riferimento politico.
Sebbene con più cautela anche gli Stati Uniti scelsero dialogo e collaborazione e sono seguiti quasi 20 gli anni di serenità tra i due ex blocchi; l’Unione li ha sfruttati al meglio ottenendo successi commerciali che hanno rafforzato le sue Nazioni e migliorato la vita dei suoi Popoli.
Poi, non improvvisamente ma inaspettatamente, la Russia ha invaso l’Ucraina e l’UE ha deciso di liberarsi dalla dipendenza energetica verso l’aggressore. In un istante la decisione di utilizzare gas e petrolio russi e partecipare alla realizzazione delle infrastrutture per il loro trasporto, sono diventati il male assoluto perché assicurano il finanziamento della guerra russa.
Eppure dietro quella decisione c’era stato il sogno di fare dell’UE una Federazione dell’intera Europa geografica (questo aveva significato l’adesione di Ungheria, Polonia, Bulgaria e Romania) per aumentare e stabilizzare la serenità e il benessere dell’intero Continente.
La verità è che la Russia per molto tempo ha mugugnato senza però protestare nè obbiettare, cominciando ad innervosirsi solo quando ha compreso che all’allargamento dei confini dell’UE, corrispondeva l’allargamento della NATO la cui natura stava lentamente mutando.
La Russia ha lasciato intendere che il fatto metteva in discussione la sicurezza dei propri confini sul Mar Nero e col Medioriente, per lei strategici più di quelli, con l’Europa dei Mari Baltico e del Nord.
Secondo il generale Tricarico, militare di esperienza non comune, sarebbe stato l’allargamento della NATO, non dell’UE verso est, a provocare l’irrigidimento della Russia di Putin.
II forcing del Presidente ucraino per entrare nell’UE al dichiarato fine di diventare membro anche della Nato ha quindi fornito a Putin la scusa per l’invasione perché non poteva accettare l’affaccio sul Mar Nero della NATO e dell’UE sul granaio del Mondo.
L’Ucraina nell’Alleanza Atlantica sembra, geo-politicamente, inaccettabile per la Russia, quanto la dislocazione di armi Russe a Cuba lo fu per gli USA e la dislocazione di infrastrutture Cinesi nelle Isole Salomone lo sarebbero per l’Australia.
L’Ucraina ha tutti i diritti di autodeterminarsi e difendere la propria integrità territoriale e Putin invece ha sbagliato: avrebbe prima dovuto chiedere, all’UE, le garanzie per la sicurezza dei propri confini ma l’UE doveva fare di più e meglio, prima di assumere un ruolo nel conflitto.
Il problema è di equilibrio geopolitico e occorre una soluzione geopolitica tra i contendenti, i quali non sono solamente le due Nazioni impegnate sul campo di battaglia.
L’UE però si è messa fuori gioco, perdendo il treno due volte; inoltre la Presidente della Commissione come quella del Parlamento UE sono andate troppo oltre con le parole per rivendicare il ruolo che l’UE doveva avere.
Invece potrebbero rivendicarlo gli USA e la Cina per ragioni ovvie e in questo caso l’Europa perderebbe per lustri la centralità conquistata con fatica negli ultimi 20 anni. Senza contare che una volta gli Usa assumessero il patronato di UE e Ucraina e la Cina contraesse un consistente credito con la Russia, UE e Ucraina, da un lato, e Russia dall’altro perderebbero per altrettanti anni la possibilità di una linea diretta.
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