La ragione ti aiuta a vivere meglio
Quando ci svegliamo un po’ affannati, emergendo da un sogno fosco, nel nostro pensiero possono permanere ed ingrandirsi idee negative e pessimistiche. È un fenomeno che penso ciascuno di noi ha già provato, semmai più volte nella vita; può aver riguardato la salute, il lavoro, l’amore, la famiglia.
Se i sogni sono sereni, al risveglio, quando li ricordiamo, facciamo un sorriso, indugiamo nel provare a trattenere qualche bella immagine, ma ci rendiamo conto subito che sono delle auto-consolazioni o la scenografia di desideri che vorremmo si effettuassero. Per esempio, durante la pandemia, essendo innamorato dei viaggi, ho spesso sognato aeroporti, decolli e atterraggi, passeggiate in città già note o dove mi sarebbe piaciuto andare. Al risveglio ero un po’ inebriato, ma ritornavo subito alla realtà contingente: nessun viaggio calendarizzato, peggio; nessun viaggio possibile, visto il lockdown!
Diversa è la situazione dopo un sogno fosco. Infatti, qualunque sia il suo ambito, il sogno narra ed evidenza mali possibili, amplifica situazioni o oggetti indesiderati, li ricopre con colori tetri e temibili; ci lascia, al risveglio, turbati. In questo caso non è facile subito cancellare l’angoscia ed il sapore amaro, poiché i mali, le minacce di cui il sogno era intessuto sono eventi possibili, forse lontani nel tempo, ma con una probabilità non nulla di avverarsi. Potrebbe rafforzarsi l’impressione di aver avuto una premonizione e, invece di dimenticare il sogno, sui suoi temi si continua a pensare. È anche umano che al sogno fosco possano seguire idee fosche, previsioni pessimistiche, immagini nere. Della minaccia ci sentiamo in balia, ne riscontriamo similitudini con altre esperienze già provate o ascoltate, ne troviamo collegamenti con il nostro vissuto recente; però non riusciamo a valutare la sua veridicità, né quanto è grande la probabilità che tale minaccia si realizzi effettivamente in futuro.
Questo fantasticare, questo arrovellarsi, anche se non si muta in una fissazione, genera comunque uno stato d’inquietudine, che porta ad avere un’indecisione sui propri atteggiamenti verso il futuro. “L’incertezza genera la mancanza di sicurezza”, ha scritto Schopenhauer; le idee fosche possono ingrandire nel ricordo e apparire ancora più minacciose; si vive con il fiato corto, con il timore di un’incombente mannaia che ci aspetta; non si è più sicuri nell’effettuare le scelte, si esita o si procrastina.
La mancanza di sicurezza è un atteggiamento che porta a sbagliare comunque; questo è valido in tutti i comparti della vita umana. Peraltro, ciascuno di noi ha questo atteggiamento nei propri geni; perché dubitare porta a valutare attentamente prima di decidere ed operare, ciò provoca un certo margine di insicurezza; ma è, tutto sommato, anche una buona norma per approfondire meglio le informazioni note, prima di decidere al meglio. Pessime predisposizioni, invece, sono quella di non decidere per non sbagliare o quella di ripensare sulla decisione già presa e realizzata in pratica. Entrambi atteggiamenti dannosi ed improduttivi: “cosa fatta capo ha” recita un noto proverbio, citato anche da Dante nella Divina Commedia.
“Gli uomini sono agitati e turbati non dalle cose, ma dalle opinioni che loro hanno delle cose” diceva Epitteto. Questo è quello che avviene se ci si lascia troppo coinvolgere dalle fantasie provocate dai fantasmi rimasti dopo gli incubi o da meditazioni solipsistiche e cupe. L’individuo, vedendo davanti a sé difficoltà e minacce che sembrano insormontabili, inizia a concentrarsi su aspettative pessimistiche, l’umore diventa malsano, la vita inizia a pesare, l’incertezza porta ad errori. In questa maniera è l’ipotesi di ciò che potrebbe accadere che ci spaventa e turba, non la minaccia stessa, ma forse quella minaccia non si concretizzerà mai, forse si manifesterà fra tanti anni, forse non sarà così terribile come sembra nei pensieri, forse interverrà qualche fattore o persona in grado di impedire che l’evento si realizzi; il futuro è per gran parte insondabile.
Angosciarsi sul futuribile è un vero e proprio esercizio di masochismo! Inoltre, se si è turbati e sovraeccitati, non si è in grado di effettuare una disamina precisa ed accurata della situazione concreta nel contingente e nell’immediato futuro. Dunque può avvenire di impaurirsi davvero per un possibile futuro male, iniziando a soffrire ed angustiarsi per un evento lontano, che forse non accadrà e che sicuramente non possiamo influenzare a distanza di tanto tempo; nel frattempo non apprezziamo il presente ed i suoi piccoli doni. Se facessimo tesoro delle parole attribuite a Marco Aurelio: “la saggezza consiste nel cambiare le cose che possono essere cambiate, accettare quelle che non possiamo modificare e, soprattutto, saper discernere fra le une e le altre”, comprenderemmo che sarebbe più opportuno mettere da parte le fantasie nere ed i turbamenti per poter riflettere in maniera serena e razionale sulla possibile evoluzione dell’evento pericoloso. In questo modo si potrebbe, eventualmente, programmare qualche accorgimento opportuno da impiegare per scongiurare la minaccia o minimizzare i suoi effetti. Subito dopo, basta fantasie, sarà più saggio dedicarsi all’oggi, pensando ad altro e programmando al meglio l’indomani, se possibile più piacevole; la vita ci potrà sorridere!
La ragione aiuta nello scegliere in politica
Abbiamo visto che la fantasia, condizionata da eventuali turbamenti, costruisce, con la previsione di mali e minacce, fantasmi temibili che sembrano aspettarci nel futuro per angustiarci. I politici e i loro ghostwriter (più o meno in malafede) conoscono bene questo meccanismo psicologico ed in molte occasioni non hanno avuto e non hanno ritegno nell’usarlo per attirare consensi non su impegni utili e credibili, ma sulla difesa dalla paura del domani o sulla promessa di cose irrealizzabili.
Quando si avvicinano le competizioni elettorali (nel nostro paese è un evento che capita purtroppo con cadenza annuale, fra europee, nazionali, regionali e locali), inizia il festival delle rappresentazioni teatrali, delle promesse più spudorate (chi può dimenticare la “costruzione del ponte in Sicilia” ormai leitmotiv da un trentennio), dell’indicazione di spettri da cui abbiamo bisogno di essere difesi, primo fra tutti l’immigrazione. Un motto romano diceva “Populus vult decipi, ergo decipiatur (il popolo vuol essere ingannato, dunque inganniamolo)”. Devo dire che ho un certo ribrezzo per questo modo di fare la politica e poi per la traduzione negli atti di governo di approcci prevalentemente propagandistici. Pertanto comprendo che ormai più della metà dei concittadini si sta astenendo dal diritto-dovere del voto, ma non lo possiamo accettare. In questa maniera si avvantaggia proprio chi è più truffaldino! Bisogna invece ritornare alle urne e farsi aiutare dalla ragione nello scegliere chi possa rappresentarci al meglio (o al meno peggio), impegnandosi nell’operare sulle problematiche di oggi, sui concreti bisogni dei cittadini, sul supporto per i più deboli fra essi.
Pensando all’attuale governo di destra al potere in Italia, purtroppo abbiamo una lunga lista di argomenti additati come fantasmi durante le elezioni e poi dimenticati e di argomenti di poco interesse per la popolazione utilizzati come strumenti di distrazione di massa. Nel primo gruppo giganteggia il problema dell’immigrazione: a differenza della propaganda (porti chiusi, blocco navale) la realtà è che nel ’23 sono sbarcati in Italia il doppio di migranti rispetto all’anno prima ed il triplo rispetto al ’21. Questo dopo che si è boicottato quanto fatto in precedenza per accogliere ed integrare gli immigrati e si stanno approfondendo gli scontri con vari paesi UE, con il risultato di vedere l’Italia sempre più isolata sul tema.
Un secondo esempio è quello delle accise sui carburanti, sbandierato, in campagna elettorale, dalla Presidente del Consiglio come una vergogna su cui sarebbe intervenuta immediatamente se eletta. Ma le accise sono rimaste tutte e immutate poiché servono risorse alla Stato, che, ciò non di meno, farà una finanziaria in deficit quest’anno. Ulteriore beffa per i cittadini è il fatto che le accise ora sono cresciute ancora di più, con l’aumento del costo del carburante, essendo ad esso proporzionali. Fra gli argomenti di distrazione di massa, il governo esordì con il peregrino “Decreto Rave” approvato in extremis; poi varie iniziative fumogene, come il solito decreto sul ponte; l’organizzazione dell’incontro governativo a Cutro, dopo il drammatico naufragio, salvo dimenticarsi di incontrare i sopravvissuti; la dichiarazione del ministro sui poveri che mangiano meglio dei ricchi; ecc.
Ognuno ha le proprie idee politiche ed è bene che le coltivi e che voti di conseguenza, me le idee politiche sono poi rappresentate da partiti e da leader politici, l’esercizio da fare è quello di analizzare se le proprie idee sono collimanti con i programmi dei partiti più affini ed anche e soprattutto se in passato e nel presente chi quei partiti rappresenta ha effettivamente tradotto idee e programmi in azioni concrete o si è concentrato sulle operazioni di propaganda. È ridicolo e controproducente votare il partito che professa idee che poi non rappresenta davvero nel concreto.
Se invece non vi è una forte appartenenza politica, si è in condizione di scegliere solo in funzione dei programmi e dei comportamenti dei leader politici. In questo caso bisognerebbe riuscire ad evitare o almeno minimizzare l’influenza degli aspetti legati alle emozioni, alle paure ed alle previsioni scure. Bisogna votare oggi per chi, per la sua credibilità personale e politica, sembra apparire in grado di operare realmente sulle problematiche vere e rilevanti per tutti i cittadini e non solo a difesa di privilegi corporativi. Anche in questo caso è la ragione che deve aiutarci e non le emozioni, le paure, la credulità. Un sistema efficace è quello di individuare alcuni temi ritenuti strategici e decidere il proprio voto verso chi per quei temi sembra poter davvero operare, sulla base dei programmi illustrati e della testimonianza resa nella vita politica.
Per le prossime Elezioni Europee di giugno, i temi strategici che userò come cartina di tornasole sono: a) supporto convinto all’Unione Europea; b) scelta occidentale; c) impegno sui diritti e sulla libertà di cittadine e cittadini; d) impegno sui temi dello sviluppo sostenibile; e) supporto per la formazione e la ricerca e per la sanità pubblica; f) impegno per l’accoglimento e l’integrazione di un numero congruo di migranti in Italia e nei paesi UE; g) adozione di politiche finanziarie e fiscali equilibrate.
Il nostro futuro è nelle nostre mani. Gli approcci sovranisti appaiono sempre più pericolosi per la crescita dell’UE; vi è un concreto rischio dell’accordo fra destra e popolari che porterebbe a scelte esiziali, tanto più in un momento storico in cui le due guerre in corso andrebbero fronteggiate da una UE forte, autorevole e credibile. Rifiutiamo convintamente i fantasmi agitati per impaurirci e puntiamo sulle scelte ragionate, sulla condanna di terroristi e dittatori sanguinari, sull’impegno per lo sviluppo e la libertà dei paesi e cittadini europei.
(Nota dell’autore: si veda al riguardo anche il mio articolo “La ragione aiuta nell’evitare di essere strumentalizzati” nella categoria “Attualità”.
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